Il cane, il lupo e Dio

 

Esce oggi in libreria Il cane, il lupo e Dio, il nuovo libro di Folco Terzani illustrato da Nicola Magrin.

 

Il cane, il lupo e Dio
Folco Terzani
Editore: Longanesi
Pagine 192
Prezzo ebook € 9,99 , cartaceo: 16,90
EAN:9788830450196

 

Link d’acquisto: https://www.amazon.it/Cane-Lupo-Dio-Folco-Terzani-ebook/dp/B075RD6JM1/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1526186876&sr=8-1

 

 

Il Cane, da sempre abituato alle comodità e sicurezze della vita domestica, si ritrova improvvisamente abbandonato per strada, convinto che senza il suo amato padrone non riuscirà a sopravvivere. Appare allora un Lupo misterioso che lo condurrà alla scoperta della natura selvaggia che la città nasconde e proibisce. Comincia così un lungo pellegrinaggio, un viaggio iniziatico verso nord in compagnia di un branco di lupi, attraverso grotte, cascate, boschi, monti e tempeste di fulmini. Per sopravvivere, il Cane imparerà suo malgrado a cacciare e sarà costretto ad affrontare moltissimi pericoli, sino all’arrivo alla Montagna della Luna dove dovrà finalmente confrontarsi con la domanda più grande di tutte.
In una straordinaria armonia di parole e immagini, una storia semplice e profonda sulla natura, l’amicizia e il senso del divino.

 

UN ESTRATTO:

 

L’ABBANDONATO

Un Cane era stato abbandonato al lato di una strada. Il Padrone gli aveva tolto il bel collare scintillante che portava con orgoglio da quando era nato, lo aveva spinto fuori dalla macchina ed era ripartito velocemente, lasciandolo lì. Il poveretto, che non capiva bene cosa gli stesse succedendo, aspettò senza muoversi da quel punto, sotto un lampione.
«Se il mio Padrone mi ha lasciato qui», pensò, «sicuramente tornerà presto a riprendermi.»
Passò un’ora, ne passarono due e poi altre quattro. Ma il Padrone non ricomparve. Con un leggero ronzio, il lampione si accese creando una pozza di luce gialla oltre la quale scese il buio. Il Cane guardava attentamente ogni macchina che passava, cercando di scorgere il viso conosciuto. Le sue orecchie si giravano verso ogni rumore, nella speranza di sentire quella voce che avrebbe chiamato il suo nome. Sentì solo il battito senza cuore dei motori e vide passare gli occhi ciechi delle macchine. Nessuna si fermò per lui, come se non l’avessero nemmeno visto.
Per tre giorni e tre notti il Cane aspettò senza mangiare, né bere, né dormire. Alla fine era così esausto che la testa gli si chinò, le orecchie si abbassarono, gli occhi si annebbiarono e cominciò a piangere. Prima era solo un timido lamento, ma man mano che si rendeva conto dei suoi guai il pianto si fece sempre più disperato e si arrese all’infinita tristezza della vita. Sarebbe sicuramente rimasto lì, sotto il lampione, a piangere fino allo sfinimento, fino alla morte, se all’alba non avesse sentito una voce.
«Perché piangi?»
Lì per lì il Cane si sorprese. La voce veniva proprio da accanto a lui, eppure non si era accorto dell’avvicinarsi di passi ed era da un po’ che non passava una macchina. Non alzò nemmeno la testa. Forse se l’era immaginata.
«Perché piangi?» udì di nuovo.
Era una voce profonda e sonora, con un forte accento straniero. Chi poteva esserci su quella strada in mezzo al niente? In ogni caso non era il suo Padrone e il Cane continuò a guaire.
«Perché piangi?» ripeté la voce, questa volta esigendo una risposta.
«Perché?» sbottò il Cane. «Perché tutto quello che avevo l’ho perso!»
Alzando gli occhi fu meravigliato di trovarsi davanti uno strano cane, come non ne aveva mai visti. Aveva le zampe larghe, piantate fermamente in terra, un corpo scarno ma forte e una testa molto grande con due occhi d’oro che lo scrutavano fin nel profondo dell’anima.
Intimidito, il Cane cercò di spiegarsi meglio.
«Avevo un Padrone», disse, sempre singhiozzando, «vivevo con lui da quando sono nato e gli volevo bene più che a un padre. Ogni mattina, quando il mio Padrone si svegliava, lo seguivo in cucina e lui riempiva le mie due ciotole. In una metteva l’acqua, nell’altra il cibo. La notte, quando andava a dormire, io mi distendevo in fondo al nostro morbido letto e gli facevo da guardia. Adesso il mio Padrone non c’è più. Dov’è casa mia, dove sono le mie ciotole e il mio letto? Persino il mio collare con il mio nome e l’indirizzo, che era il mio possedimento più prezioso, mi è stato tolto. Ora nessuno saprà più chi sono o da dove vengo, nessuno potrà aiutarmi e riportarmi a casa. Sono solo, in un posto che non ho mai visto prima e non ho più niente. Niente! E tu mi chiedi perché piango?»
L’altro gli lanciò uno sguardo maestoso e rimase in silenzio.
«Che ne sarà di me?!» continuò il Cane. «Non ho più la forza di reggermi sulle zampe. Dove potrò distendermi per riposare? Chi mi darà da bere e da mangiare? Ahimè, adesso morirò!»
Le labbra dell’altro si curvarono in un tenero sorriso.
«È tutto qui il tuo problema? Ma non lo sai che in questo mondo ci sono miriadi di creature, grandi e piccine, nell’aria, nell’acqua e sulla terra, che ogni mattina si svegliano e non hanno niente? Proprio come te. Le lumache e le farfalle, le formiche e gli orsi e i pesci e i falchi e i serpenti. Eppure entro la fine della giornata tutti hanno mangiato e hanno bevuto. E quando viene la stanchezza trovano anche un posticino comodo dove potersi distendere a dormire. Come faranno loro?»
Il Cane restò senza parole e non si accorse che aveva già smesso di piangere.
«Chi è, secondo te, il loro padrone?» insistette lo strano cane. «Chi è che si occupa di loro?»

 

 

GLI AUTORI

Folco Terzani, scrittore e documentarista, è nato a New York e cresciuto in Asia. Si è laureato a Cambridge e ha frequentato la New York University Film School. Ha lavorato per quasi un anno alla Casa dei Morenti di Madre Teresa di Calcutta, esperienza dalla quale ha tratto il documentario Il primo amore di Madre Teresa. Nel libro La fine è il mio inizio (Longanesi 2006) ha raccolto le sue ultime conversazioni con il padre Tiziano, a partire dalle quali ha poi scritto la sceneggiatura dell’omonimo film con Bruno Ganz ed Elio Germano.
Nel 2013 ha pubblicato A piedi nudi sulla terra e nel 2017 Ultra (con Michele Graglia).

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Nicola Magrin (Milano, 1978) si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Svolge un’intensa attività di illustrazione editoriale (sue le copertine di opere di importanti autori come Primo Levi, Jack London, Tiziano Terzani, Paolo Cognetti).