Kàera’hul

DATI LIBRO

Lunghezza 123 pagine solo cartaceo al momento
Eretica edizioni
Lingua Italiana
Prezzo copertina 9,40 su ordinazione

 

SINOSSI

Un epico viaggio nell’arcano, la vita intensa di un Cavaliere e delle sue gesta, raccontata e scritta di suo pugno, in un linguaggio per lo più cavalleresco, colmo di benevolenza e oscura malignità al tempo stesso.
Un cavaliere tanto gentil quanto dissacrante.
Grandi protagonisti di mistica virtù nelle sue scritture.
Terre lontane, Draghi, eserciti, castelli.
Anime corrotte dal danaro e dall’ignoto.
Le emozioni, il profondo io della sua coscienza lo porteranno allo scontro con gli Dei alati e ruggenti.
Un racconto intriso di messaggi celati per chi sa veder e ascoltar.
Un incontro di ricordi per tutto il suo vagar nel creato.
Un viaggio nell’eterna battaglia tra bene e male,
ricco di colpi di scena e riflessioni di vita e di morte.

ESTRATTI

Estratto 1

Arrivammo al castello che era ormai l’imbrunir, li fochi iniziavano a essere accesi e a illuminar quella magnifica opera d’architettura che al sol veder incuteva timor per quanto possente essa fosse.
Magnificenza pura incastonata nella roccia ai piedi de i monti che confinavan colle pianure occidentali. Dalle due torri laterali si potevan notar, con uno sguardo molto attento, le balestre pronte a scoccar li loro dardi, e tutt’intorno al grande fossato vi eran delle buche camuffate con poca cura con rami e foglie nelle quali stazionavan delli arcieri.
Sopra la fortezza, su de un costone poco più in là, si erigeva una torretta in legno, senza ombra de dubbio la torre de vedetta, dalla quale era possibile, data la posizione, osservar tutta la pianura in tutte le direzioni.
Quell’astuccio, era tutto ciò che mi rimaneva a ricordo della mia vita, lo stringevo forte tra le mani e le lacrime scolpivan lo mio volto, mentre le guardie all’entrata del castello facevan scender lo ponte levatoio che, con un tonfo sommesso, s’adagiò al suolo innanzi allo nostro carro.
Lo soldato spronò li cavalli ed entrammo nella fortezza, mentre lesti dietro de noi s’affrettavan a richiuder ‘l ponte e li cancelli.
Giungemmo nel grande cortile, nonché piazza d’arme, vi eran infatti allestite tende da campo e fantocci de paglia apposti in su dei robusti pali in legno, sulli quali ci si poteva allenar all’armeggio.
Molti soldati semplici e Cavalieri eran in codesta piazza, si accendevan fochi, si mangiava, si dormiva, qualcuno, probabilmente veterani, si cimentava in fragorose risate, sicuramente poco gradite in questi momenti, ma nessuno osava dir loro parola alcuna.
‘l carro si fermò, arrivaron due Cavalieri in atteggiamento serio e passo deciso, ci fecero scender e ci disposero tutti in riga.
Mentre uno camminava avanti indietro osservandoci con sguardo serio e attento ci venivan date istruzioni dall’altro Cavaliere che si presentò con lo nome de Elghard, nonché comandante delli Cavalieri e de guarnigione tutta.
Egli ci spiegò, con fare da grande oratore, tutto ciò che avremmo dovuto imparar sull’arte della guerra, ci disse anche che nessun de noi avrebbe dovuto cercar de svignarsela, pena, la morte.
Certamente, nessun tra noi, sarebbe stato in grado de fuggir da una simile fortezza.
La notte era ormai giunta e le tende, ovviamente, eran per noi nuovi arrivati.

ESTRATTO 2

– ‘E’ de molto sinistra questa situazione…eppur li nostri informatori non riportavan nulla de tutto questo.
Rispose Elghard, guardandosi in giro preoccupato.
Restò in silenzio per qualche istante, dopodiché diede ordine de muoverci verso la rocca.
A passo lento ci avviammo, arrivando innanzi allo grande portone in legno inciso con la raffigurazione de araldica de Satron: una quercia adornata da un cerchio de foglie.
Nessun rumor, che non fosse ‘l vento o ‘l nostro semplice respirar, nessun segno de vita.
Elghard diede ordine de aprir lo portone a un gruppo de armigeri delle retrovie, li quali immediatamente si apprestarono a eseguir, iniziando a spingere con tutta la loro forza. L’enorme portone s’aprì lentamente, ciò che li nostri occhi videro Nessun de noi lo hai mai più potuto dimenticar.
Lo nostro comandante smontò lentamente dal suo cavallo, innanzi a noi, tutti appesi e logorati dalle fiamme, vi eran li corpi de i paesani. homini, donne, bambini e anziani.
Trovammo anche lo Visconte, o almeno ciò che ne restava, poiché fu possibile riconoscer de lui li anelli con sua Araldica, nessuno probabilmente era stato risparmiato, nessuno.
Rammento ancor quei momenti come lame affilate che trapassan ‘l petto, mentre silenti, tutti noi ci adoperavamo a dar degna sepoltura a ciò che restava de quelle anime innocenti.
Presto, fummo pronti per ripartir.
Lo comandante dispose de far rientro a Wert, poiché lo nostro Signore doveva esser informato e per poter così riveder le strategie.

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Scopriamo i segreti del romanzo assieme all’autore!

  • Quando hai progettato questa storia?

In realtà non ho progettato nulla, a dire il vero non avevo davvero nulla in mente, ho iniziato a scrivere in un periodo difficile della mia vita, circa sei anni fa, una notte mi alzai e inizia a scrivere le prime battute di “Kàera’hul”, le forti emozioni di quei momenti mi hanno portato a mettere su carta un mondo immaginario nel quale rifugiarmi, in seguito, mi appassionai e sviluppai il romanzo con i suoi vari personaggi e luoghi e continuo ancora adesso nella stesura della Saga con la quale spero di far vivere belle emozioni a tutti coloro che vorranno leggermi.

  • Sei stato ispirato da qualche lettura, vecchia o recente? Hai qualche modello di riferimento, per scrivere i tuoi romanzi? E quale difficoltà hai dovuto affrontare per scrivere queste storie, dato che non sono scritte in un corrente italiano, bensì in una lingua arcaica?

Ho letto molti romanzi fantasy, ma non credo di aver tratto ispirazione da nessuno di questi, cerco di avere una linea originale, per quanto posso, però se devo dire un titolo che mi è davvero piaciuto molto è la saga di Dragonlance, a mio parere il medieval fantasy per eccellenza, anche il Trono di Spade è davvero un’opera magistrale, per ciò che riguarda il mio modo di scrivere, cavalleresco ma non filologico, non ho mai incontrato particolari difficoltà, per il semplice fatto che lo parlo spesso nelle varie rievocazioni medievali a cui partecipo come cavaliere e dal fatto che sono cresciuto con il Medioevo nell’anima.

  • L’ambientazione è reale o di fantasia?

Totalmente di fantasia, con essa è possibile creare o distruggere tutto ciò che si desidera.

  • Parlaci dei personaggi e definiscili brevemente con qualche aggettivo. Qualcosa che li renda irresistibili, agli occhi del lettore.

Ci sono diversi personaggi, sicuramente spiccano più di altri Re Anselmo, vetusto Re delle terre del Nord, temuto da tutti per il suo grande esercito e flotta navale, poi c’è Amrak, Un eccellente cavaliere in guerra e grande oratore, in assoluto guidato dalla sua furia interiore, con lunga chioma e spada feroce, Irwin è invece un fanciullo di molto pasticcione e di umili natali, fondamentale però nel corso della storia narrata, ci sono molti altri, tra cui il protagonista, che racconta in prima persona questa avventura in questo primo libro che è narrato come una sorta di diario di quest’ultimo, poi ci sono i Draghi, che però ho voluto raccontare in modo un po’ diverso, ovviamente è tutto da scoprire leggendo.

 

  • Che cosa desideri comunicare al lettore, con questo romanzo? C’è un significato nascosto, sotto la trama?

L’unica cosa che desidero comunicare ai lettori sono le emozioni, mi piace pensare che chi legge i miei racconti/romanzi si ritrovi a vivere nel mondo in cui io sono stato scrivendoli, infatti, nel libro, non vi sono illustrazioni, per il semplice fatto che ho preferito lasciare tutto ciò che viene narrato, descritto, alla libera e totale interpretazione del lettore.

Si, c’è più d’un messaggio celato, per chi vuole “vedere”, tutto sta nella scoperta, leggendo.

BIOGRAFIA

Alexander Vankenbach nasce nella Mediolanum del 1975 con la passione per l’arte, la cultura, la musica e la scrittura. Dopo anni di esperienze multicanale approda nel meraviglioso mondo degli autori del panorama italiano. Passione, orgoglio e amore per i suoi natali lo spingono a condurre il pennino della sua stilografica in nuove realtà in un dolce stil novo tra medioevo, fantasy e lessico arcaico.

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