La testimone del fuoco
Lars Kepler
Pagine della versione a stampa: 586 p.
EAN: 9788830434424
SINOSSI
«Tutti i bugiardi avranno la loro parte
nello stagno ardente di fuoco e di zolfo.»
Apocalisse 21:8
Gli autori dicono che…
Un medium è una persona che sostiene di avere doti paranormali, cioè la capacità di individuare correlazioni tra gli eventi che sfuggirebbero alle maglie della scienza ufficiale.
Alcuni medium agiscono da intermediari con i defunti nel corso di sedute spiritiche, mentre altri offrono consulto sull’interpretazione degli eventi attraverso, per esempio, la lettura dei tarocchi.
Il ricorso a un medium per entrare in contatto con i defunti è una pratica che risale agli albori della storia dell’umanità. Già mille anni prima della nascita di Cristo, re Saul ebbe l’idea di chiedere consiglio allo spirito del profeta Samuele.
In tutto il mondo la polizia si avvale non di rado dell’aiuto di medium e spiritisti nello studio di casi particolarmente complicati, benché pare che non esista un solo caso documentato in cui un medium abbia contribuito alla soluzione.
Il romanzo inizia così…
1
Elisabet Grim ha cinquantun anni e i capelli brizzolati. Ha gli occhi allegri e quando sorride si vede che uno degli incisivi è leggermente sovrapposto all’altro.
Elisabet lavora come infermiera a Birgittagården, una casa d’accoglienza speciale a nord di Sundsvall. Si tratta di un istituto privato classificato come HVB – Hem för Vårdnad och Boende, ossia una casa di accoglienza per minori – che ospita otto ragazze fra i dodici e i diciassette anni in base alla LUV – Lagen om Vårdnad av Unga –, la legge sulle disposizioni speciali riguardanti l’assistenza ai minori.
Quando vi arrivano, le ragazze hanno problemi di tossicodipendenza, comportamenti autolesivi, disturbi dell’alimentazione e in genere sono molto violente.
In realtà non esiste nessuna alternativa all’inserimento coatto in case di cura con porte dotate d’allarme, finestre con le sbarre e ambienti separati da barriere automatiche di sicurezza. La soluzione estrema è normalmente il carcere e il trattamento psichiatrico obbligatorio, ma Birgittagården fa parte delle poche eccezioni. Lì si offrono alloggio e assistenza a ragazze che devono essere reinserite nella società.
«A Birgittagården finiscono le ragazze gentili», usa dire Elisabet.
Prende l’ultimo quadretto di cioccolato fondente, lo infila in bocca e avverte il gusto dolceamaro e un piccolo brivido sotto la lingua.
Lentamente le sue spalle cominciano a rilassarsi. La serata è stata tutto un trambusto. E dire che la giornata era iniziata così bene. Lezioni la mattina e gioco e bagno nel lago nel pomeriggio.
Dopo cena la governante se n’era andata a casa e lei era rimasta sola con le ragazze.
Il personale notturno aveva subito una riduzione di organico già quattro mesi dopo l’acquisizione del consorzio sanitario che comprende Birgittagården da parte del gruppo finanziario Blancheford.
Le ragazze avevano il permesso di guardare la televisione fino alle dieci. Elisabet era nell’ufficio delle infermiere e stava cercando di completare tutti i giudizi personali quando aveva sentito delle grida rabbiose. Si era affrettata verso il soggiorno, dove Miranda stava aggredendo la piccola Tuula. Urlandole che era una stronza e una puttana, Miranda aveva tirato Tuula giù dal divano e la stava prendendo a calci sulla schiena.
Elisabet cominciava ad abituarsi all’aggressività di Miranda. Senza perdere altro tempo, si precipitò dentro e immobilizzò Miranda, rimediando però un colpo in faccia. A quel punto Elisabet si rese conto che occorreva un provvedimento drastico. Trascinò Miranda nel locale delle perquisizioni e quindi nella stanza d’isolamento.
Prima di andarsene, le diede la buonanotte, ma Miranda non rispose. Rimase seduta sul letto con lo sguardo sul pavimento e sorrise fra sé quando Elisabet chiuse la porta e girò la chiave.
La nuova ragazza, Vicky Bennet, quella stessa sera avrebbe avuto diritto al suo colloquio, ma non ce n’era più stato il tempo per via della lite fra Miranda e Tuula. Vicky fece notare che era il suo turno per il colloquio serale, e quando capì che sarebbe stato rimandato si rabbuiò, ruppe una tazza da tè e, con una scheggia di porcellana, si fece dei tagli sul ventre e sui polsi.
Elisabet poi la trovò in soggiorno, con le mani sul viso e il sangue che le scorreva lungo gli avambracci.
Senza indugio, le lavò le ferite superficiali, applicò un cerotto sul ventre, le fasciò i polsi con delle garze e la confortò chiamandola più volte «tesoro», finché non scorse un debole sorriso. Per la terza notte di fila le somministrò dieci milligrammi di Sonata per aiutarla a prendere sonno.
La vera identità di Lars Kepler
Lars Kepler è lo pseudonimo dietro cui si celano due autori svedesi, marito e moglie. Vivono a Stoccolma con le loro tre figlie, a pochi metri dalla centrale di polizia. Sono appassionatissimi di cinema e da quando si conoscono guardano almeno un film al giorno. Entrambi sono scrittori, ma nel 2009 hanno deciso di sospendere momentaneamente le loro carriere separate per provare a scrivere un romanzo insieme. Ne è nato il caso editoriale europeo del 2010, L’ipnotista (Longanesi), che ha scalzato dalla vetta delle classifiche svedesi la trilogia di Larsson. L’ipnotista è inoltre diventato un film diretto da Lasse Hallström.
Il romanzo è stato seguito da L’esecutore (Longanesi 2010) e da La testimone del fuoco (Longanesi 2012). Ricordiamo anche L’uomo della sabbia (2013), Nella mente dell’ipnotista (2015) e Il cacciatore silenzioso (2016), editi da Longanesi.
Alexandra Coelho Ahndoril
nata nel 1966 a Helsingborg, è un’autrice e critica letteraria svedese. Il padre è svedese, la madre portoghese. È sposata con lo scrittore Alessandro Ahndoril, ha tre figlie e vive a Stoccolma.
Ahndoril è da sempre appassionata di teatro. Entrata all’Accademia per il Teatro di Stoccolma nel 1992, si ritira dopo aver scoperto di non voler diventare attrice. Sceglie in seguito il dottorato presso l’Università di Stoccolma, lavorando ad una tesi in letteratura comparata su Fernando Pessoa.
Debutta in ambito letterario nel 2003 con Star Castle, uno romanzo su Tycho Brahe – scienziato cui ha dedicato anche uno studio – che costituisce il primo di una serie di tre romanzi dedicati ad altrettanti protagonisti della storia umana: Brigitta e Katarina, del 2006 che si occupa di Santa Brigida, e Mäster (“Il Maestro”), sul socialista Palm.
Alexander Ahndoril
è nato il 20 gennaio 1967 a Upplands Väsby, è un autore e drammaturgo svedese. È sposato con la scrittrice Alexandra Coelho dalla quale ha avuto tre figlie e vive a Stoccolma.
Il romanzo Il regista (2006) dedicato a Ingmar Bergman è stato a lungo al centro dell’attenzione, anche per la denuncia dello stesso regista che comunque aveva letto e approvato il manoscritto prima della stampa.
La critica si è incentrata sul labile confine tra finzione e realtà.
Il regista è tradotto in inglese, russo, polacco, olandese, ceco, ungherese, norvegese e danese. Nel 2009 ha pubblicato il suo nono romanzo Il diplomatico, una storia di fantasia sul tentativo di un diplomatico svedese di disarmare l’Iraq nel 2003.