XXVI Hobbiton – I regni del Nord a Manerba del Garda. Ricordi di una giornata
di Federica Leva
Sabato 14 settembre, dopo anni di assenza, siamo finalmente riusciti a ritornare a un’edizione di Hobbiton. Dal momento che per quel giorno erano già in programma i festeggiamenti di una ricorrenza importante, per i miei genitori, stavamo valutando di rinunciare, e di presenziare la domenica 15. Ma anche domenica avrebbe creato qualche problema, e così, dopo frenetici scambi di opinione, e con la benedizione della mamma, che ha accettato senza problemi di rimandare la cena a domenica sera, sabato mattina siamo partiti per Manerba del Garda. Siamo riusciti a partire presto, scortati dal sole e da temperature ancora estive, prevedendo di gustarci un’intera giornata di conferenze, rievocazioni storiche e chiacchiere con gli amici. Nemmeno un’ora più tardi, un incidente ci ha costretti a uscire dall’autostrada e a proseguire lungo le vie cittadine. Niente di male, a parte il tempo perso, perché abbiamo attraversato zone rurali piuttosto suggestive. A volte, gli inconvenienti sono occasioni – cerchiamo il lato positivo della faccenda! – per sperimentare qualcosa che, altrimenti, sarebbe rimasto nascosto nell’ombra.
Verso mezzogiorno ci siamo immessi sulla costa bresciana del lago di Garda, e là il paesaggio, già gradevole, si è trasformato in un sogno. File di oleandri che ondeggiavano sulle strade, viali dominati da maestosi pini marittimi, il lago sfumato dalla bruma che azzurrava l’orizzonte. La lingua di Sirmione tagliava l’acqua, come una terra fatata. Si respirava un’atmosfera marittima, vacanziera.
Essendo ancora piuttosto presto – ora di pranzo –, abbiamo parcheggiato senza difficoltà, e ci siamo avviati a piedi verso l’anfiteatro in cui si teneva la manifestazione. Da lontano, giungevano le note del Prologo di “The Book Of Secrets” di Loreena McKennitt, trasmesse in filodiffusione. Una musica onirica e misteriosa, perfetta per catapultarsi sin dall’inizio nei toni magici della manifestazione.
A quell’ora, pochi visitatori passeggiavano tra le bancherelle e solo qualche avventore sedeva negli unici due tavoli all’ombra per mangiare panini, patatine, fritto di mare e specialità sarde comprate agli stand. Un po’ spiazzati – possibile che non ci fosse quasi nessuno?! – abbiamo visitato il paese, la mostra dei costumi (vd immagini sotto), i cavalli (immagine sotto), ci siamo rifocillati al bar e infine siamo saliti in biblioteca, ad attendere l’inizio delle Conferenze. In breve tempo, siamo stati raggiunti da numerosi amici – cito Luisa Paglieri, Paolo Peron, Luigi Dassi, Sarah Zama e Chiara Nejrotti -, che siamo stati felicissimi di riabbracciare.
Qualcuno ha commentato che la sala conferenze fosse sin troppo grande, per un evento come Hobbiton e, invece, quando Chiara si è seduta per dissertare del concetto di libero arbitrio in Tolkien, i posti a sedere erano quasi tutti occupati. Con il passare del tempo, gli interessati sono aumentati a tal punto da doversi fermare sulle scale, per ascoltare. Come amica di Chiara, ero raggiante per lei. Anche la conferenza di Paolo Gulisano, che si è seduto al tavolo subito dopo, ha attratto un folto pubblico e scatenato una ricca discussione.
Più tardi, io, Roberto, Sarah e Luigi abbiamo approfittato di rivederci tutti insieme, a distanza di almeno quattro anni, e ci siamo presi del tempo per sederci al bar La Terrazza e chiacchierare. Davanti a un caffè – Sarah – e a tre aperitivi – io, che non bevo nemmeno la birra, ne ho preso uno alcolico, su consiglio del barista, e ne sono stata soddisfatta! – il tempo è volato ed è presto arrivata l’ora dei saluti.
Nel frattempo, la festa si stava animando, e l’anfiteatro era gremito di curiosi e di appassionati che assistevano agli spettacoli di rievocazione storica. Altre persone, alcune in costume fantasy, acquistavano alle bancarelle e sostavano davanti agli stand gastronomici e occupavano i tavoli, per cenare.
Dopo gli ultimi abbracci con tutti gli amici e la promessa di rivedersi presto, ci siamo avviati verso casa. In un’autostrada deserta, siamo incappati in un altro incidente e per un tratto abbiamo viaggiato dietro la safety car della polizia. In quello stesso momento, anche Sarah ci avvisava di aver trovato un incidente, rientrando a casa. Il secondo della giornata anche per lei! Superato l’incidente – un’auto era capovolta e un’altra fuori strada – ci siamo fermati per cenare. Ci siamo gustati un’ottima cena di sole verdure senza fretta, e quando mi sono alzata, ho lasciato cadere una proposta con nonchalance, come se stessi scherzando:
«Dai, che facciamo in tempo ad andare al cinema per lo spettacolo delle 22.10, a guardare il film su Tolkien!»
Roby ha borbottato qualcosa, poco convinto, perché la stanchezza stava avanzando, ma prima del bivio che ci avrebbe portati o al cinema o a casa, mi ha chiesto: «Avresti davvero la forza di andare al cinema, adesso?»
«Be’, abbiamo già visto il film in inglese, e ci è piaciuto. Se non andiamo adesso, con una sola programmazione in notturna, quando potremmo andare? Non domani sera, dal momento che lunedì devi alzarti presto per lavorare. Ma tu avresti voglia di andare?»
Come risposta, Roby ha inforcato il bivio che portava verso la cittadina dove trasmettevano il film. Siamo entrati in sala cinematografica durante la pubblicità che precede la proiezione del film. Non ci siamo addormentati nemmeno un istante – il rischio era notevole! – e siamo ritornati a casa felici e appagati.
La nostra giornata dedicata a Tolkien, al fantasy e all’amicizia era stata perfetta.