L’uomo che misurava il tempo

L’uomo che misurava il tempo

 

Titolo: L’uomo che misurava il tempo
Autore: Angélique Gagliolo
Editore: Selfpublishing
Edizione: Febbraio 2018
Pagine: 90
ISBN: 9781977012951
Prezzo di copertina: € 8,00 cartaceo, € 1,99 e-book

 

  RITORNA ANGELIQUE GAGLIOLO, AUTRICE GIA’ NOTA PER AVER PUBBLICATO L’APPREZZATISSIMO ” 1976 – L’urlo dell’Orcolàt“, CON UN NUOVO APPASSIONANTE ROMANZO!

 

SINOSSI

Ci sono storie incredibili che nascono nel modo più banale.
Anche questa storia nasce così, nel modo più banale, ma sarà una grande storia e l’inizio di una leggendaria avventura di un uomo coraggioso e di tante persone che avranno la fortuna di incontrarlo sul loro cammino.
Siamo alla fine del 1700 e uno straniero giunge di notte, in mezzo alla tempesta, in un piccolo borgo montano delle Prealpi Carniche, ma porterà con sé grandi novità e un nuovo modo di vivere.
Spano Solari è un uomo misterioso che costruisce strani aggeggi per misurare il tempo.
Alla normale diffidenza che accompagna tutte le piccole comunità davanti ai forestieri, si aggiungerà il mistero per il passato di questa persona e le sue bizzarre abitudini. Qual è il suo segreto?

 

ESTRATTO

Il fabbro gli forgiò così delle rondelle dentellate grezze e sbavate, a cui Spano si mise a lavorare vicino al focolare della sua camera.
Era un lavoro certosino: limava per ore e ore fino a ingranare perfettamente i denti gli uni agli altri.
«Cosa stai costruendo?» gli aveva chiesto curioso Siro, un giorno che era passato a trovarlo nella sua stanza.
«Un orologio.»
«E cosa sarebbe?»
«Un oggetto che misura il tempo.»
«Come una meridiana?»
«Non proprio. La meridiana misura il trascorrere delle ore, ma solo di giorno con il sole. L’orologio permette di misurare il tempo ogni momento, che sia giorno o notte.».Gli fece vedere il lavoro che aveva già fatto, mostrandogli gli ingranaggi e gli incastri.
«Vedi, quando il meccanismo sarà montato, ci aggiungerò una catenella alle cui estremità metterò due grossi sassi dello stesso peso. Tirando la catena si azionerà il meccanismo, che muoverà una lancetta che scandisce il trascorrere del tempo.»
Nel piccolo borgo, il tempo era scandito dalla luce del giorno e dalle esigenze degli animali domestici.
«Sono proprio curioso…»
Siro era piuttosto perplesso. Non capiva bene cosa stesse costruendo l’amico.
«Quando sarà finito, ti sarà più chiaro» lo rassicurò Spano. «Sai se qualcuno potrebbe acquistarlo o barattarlo?»
«Mah… forse il signor Bruseschi o il proprietario del negozio… sono gli unici che possono permettersi di comprare cose… così. Anzi, credo proprio che il tuo uomo sia il signor Bruseschi. Ama circondarsi di cose che nessuno possiede. Quando rientra dai sui viaggi porta sempre alla moglie e ai figli qualche novità. Sai come sono i ricchi. Vogliono sempre dimostrare di essere all’avanguardia e di potersi permettere cose che gli altri non hanno nemmeno mai visto.»

 

 

CHIACCHIERIAMO CON L’AUTRICE

 

  • Buongiorno, Angélique, quando hai progettato questa storia?

Buongiorno a voi e grazie per avermi ospitato ancora una volta.

L’uomo che misurava il tempo ha cominciato a formarsi nelle mia mente già durante la stesura del precedente libro 1976 – L’urlo dell’Orcolàt.

In realtà in testa ho sempre molte storie che girano. Anzi, più che storie, si tratta di immagini, frammenti, pezzettini di storia. Alcuni sono più insistenti e allora provo a ricavarne una storia: a volte possono diventare racconti, più o meno lunghi, altre volte muoiono sulla pagina dopo poche righe e finiscono nel cestino.

  • Sei stata ispirata da qualche lettura, vecchia o recente?

Non da letture, ma un’antica leggenda popolare, che vorrebbe com fondatore della fabbrica di orologi F.lli Solari (ora Solari Udine) un pirata genovese. Per chi non lo sapesse, la F.lli Solari ha inventato il sistema a palette; avete presente i tabelloni informativi con lettere e numeri girevoli che indicano le partenze e gli arrivi nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti?

  • L’ambientazione è reale o di fantasia?

La storia è ambientata a Pesariis, un bellissimo paesino montano delle Prealpi Carniche, che ha mantenuto molte delle sue caratteristiche antiche: le strade strette in ciottolato di porfido, l’architettura degli edifici, la vita tranquilla e rurale… però ho dovuto inserirci anche un po’ di fantasia per immaginarlo nel millesettecento.

  • Il romanzo è autoconclusivo o rientra in una serie/saga?

Il romanzo è autoconclusivo, anche se, come ogni storia, potrebbe avere un seguito… Saranno i lettori a dirmi se hanno amato i personaggi e se vorranno saperne ancora qualcosa.

  • Parlaci dei personaggi e definiscili brevemente con qualche aggettivo. Qualcosa che li renda irresistibili agli occhi del lettore.

Protagonista della storia è Spano Solari, che potrei descrivere usando anche un aggettivo: misterioso. Per la sua storia, ma anche per il suo modo di fare, molto diverso dagli abitanti del piccolo borgo, per le sue bizzarre abitudini e per le sue strampalate invenzioni per misurare il tempo.

  • Qual è il pubblico ideale per questa storia? È un testo per tutti o per fasce di lettori ben precise, ad esempio per adolescenti, adulti o è pensato per un pubblico prevalentemente femminile o maschile?

Premetto che secondo me non esistono storie per donne e storie per uomini.

L’uomo che misurava il tempo, non è rivolto ad una particolare fascia di età. È rivolto a chi ama i misteri ed è curioso per natura, agli amanti degli storici, ma anche a chi cerca sempre un lato un po’ romantico in ogni racconto.

  • Che tipo di linguaggio hai scelto, per questo romanzo? Colloquiale, forbito, diretto, ecc…?

Il mio linguaggio è sempre semplice e diretto. Durante la stesura mi sono chiesta diverse volte se fosse il caso di usare, almeno nei dialoghi, un linguaggio più aulico, considerato che la vicenda è ambientata nel 1700. Ma poi, oltre a rendere il testo più pesante e meno scorrevole, non mi sembrava molto opportuno visto che i personaggi sono persone comuni: falegnami, fabbri, contadini, ostieri… pirati!

  • Che cosa desideri comunicare al lettore? C’è un significato nascosto, sotto la trama?

Nessun messaggio tra le righe. Mi piacerebbe solo che il lettore si trovasse a proprio agio tra le pagine del libro e si sentisse in buona compagnia. E sarei felice di trasmette anche solo un po’ dell’amore che nutro per la mia terra: difficile e rustica, ma diretta e onesta.

  • Hai usato una tecnica particolare per scrivere questo romanzo?

Credo che ormai non esistano più tecniche particolari o innovative. Ogni narratore sa che per essere più avvincente una narrazione deve contenere dei flashback e non rivelare tutto e subito. Spero solo di aver dosato bene gli ingredienti.

 

Angélique Gagliolo – Chi è?

Vive tra le verdeggianti montagne carniche con il marito, due bambine piccole e un gatto, sempre affaccendata per conciliare la famiglia e il lavoro a tempo pieno da impiegata. Ama leggere, scrivere e realizzare piccoli lavoretti creativi con le proprie mani.
Ha esordito nel 2008 con Il valore di un libro, edito da Progetto Cultura. Il suo racconto La parente povera è stato inserito nella raccolta Vita da precari – tra creatività e follia, e-book edito da CastelloVolante. Nel 2015 ha pubblicato con Panda Edizioni 1976 – L’urlo dell’Orcolàt, storia ambientata durante il tragico terremoto del Friuli del 1976. Molti dei suoi racconti sono sparsi per il web e facilmente reperibili sul suo blog.

www.atelierdiscrittura.blogspot.com
www.facebook.com/gagliolo.angelique

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