Blog Tour – I DIMENTICATI di Emmanuele Ettore Vercillo

 

 

I Dimenticati

di Emmanuele Vercillo

 

  • Lunghezza stampa: 179
  • Lingua: Italiano
  • ASIN: B07BH9HDL2
  • Link Amazon
  • Genere fantasy, dark fantasy

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Oggi il blog partecipa alla seconda tappa del blog tour di ‘I Dimenticati’ di Emmanuele Vercillo, con presentazione della cover, la trama del romanzo e un’esclusiva scheda del personaggio di Sir Brandon.

 

Non cè speranza qui ma, forse, vale la pena tentare, almeno una volta.

 

SINOSSI

Un’oscura maledizione affligge le terre di Saphenet.
I suoi abitanti, ormai da secoli, spariscono nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Le sue città si sono svuotate della loro vita. Nessuno solca più i suoi mari con possenti navi e tutto ciò che rimane è la desolazione di una terra vuota.
I pochi abitanti di questa terra abbandonata vengono detti Dimenticati: condannati a vivere in un mondo sempre più vuoto, costretti a trascinarsi fra i resti di quella che era, un tempo, una fiorente civiltà.
Rodrick è uno di loro, pronto ad intraprendere un lungo viaggio che lo porterà a scoprire una storia sopita fra le nebbie del tempo, affrontando l’angosciante realtà di ciò che è sopravvissuto.

 

SCHEDA DI SIR BRANDON

Sir Brandon era un prode cavaliere. Giovane e forte era uno dei combattenti più dotati di tutta Minastir, primo fra i Cavalieri del Leone, la guardia personale del re. Tutto ciò che ha appreso nel corso della sua vita ha segnato profondamente il suo carattere; per Brandon l’onore è importante al di sopra di ogni altra cosa: il mantello bianco che indossa, simbolo della guardia del re, rappresenta la purezza che ognuno di loro deve mantenere e Brandon ha sempre cercato di essere un esempio per gli uomini al suo comando.
Tale era l’importanza dell’onore nella sua vita, che non poté non fare nulla quando Re Soth uccise la sua sposa e il loro figlio. Lui e i suoi cavalieri inseguirono il sovrano, per deporlo come era giusto fare secondo le leggi di Minastir. Eppure, in quel bosco qualcosa è successo a quel cavaliere.
Sir Brandon dovrebbe essere morto ormai da secoli, così come il suo aspetto suggerisce. Dalla pelle verdastra ai denti marci, il prode cavaliere che indossa ancora la sua sontuosa armatura sembra aver lasciato da tempo questo mondo. Eppure parla, si muove, combatte e, soprattutto, dà ancora la caccia al suo re. Qualcosa ha impedito a Brandon di lasciare questo mondo, qualcosa di cui lui stesso non è consapevole.
Così, continua a vivere la sua esistenza cercando di compiere la sua missione, ingenuamente ignaro
del trascorrere infinito del tempo. Nonostante siano trascorsi secoli da quando è partito nella sua ricerca, qualcosa gli dona vita permettendogli di andare avanti. È difficile poter dire quale sia questa forza, ma di sicuro ne sono ben visibili i risultati.
Ancora oggi, Brandon si sente un cavaliere tenuto a compiere il suo dovere, anche se tutto ciò che si è lasciato alle spalle ormai è morto da tempo. Eppure, nonostante questo, in un animo così gentile e puro, alberga anche qualcos’altro. Dentro di lui cresce un odio che a volte diventa incontrollabile; un odio verso il re e verso ciò che ha fatto in passato. A nessuno permetterà mai di frapporsi fra lui e il suo compito, al punto che la sua ira è in grado di accecarlo e impedirgli di vedere ciò che lo circonda.
Ma non è forse la nobiltà del fine in grado di giustificare il mezzo?

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Dal Monologo di Rodrick

Dunque anche voi avete iniziato a sognare? Benvenuti allora: questo luogo un tempo si chiamava Sherfield, ma ormai il suo nome non ha più importanza. Voglio avvisarvi, prima che andiate avanti: se siete giunti fin qui in cerca di speranza, non ne troverete; a Sherfield restano solo il silenzio e la disperazione. Io mi chiamo Rodrick e qui, sono rimasto l’unico abitante da ormai troppo tempo.

La maledizione ci ha portato via tutto, ma forse voi lo sapete meglio di me; quando iniziano i sogni, tutti sanno che sta arrivando la fine. Sappiamo che prima o poi, non ci sveglieremo più e spariremo nell’oblio che ci attende dall’altra parte, ovunque gli abitanti di Saphenet vengano trascinati nei loro ultimi giorni. L’ho visto accadere più volte, so che non c’è via di fuga e credetemi: voi non siete i primi a tentare, a inseguire le immagini che vedete mentre tentate invano di riposare, nella speranza di uscire da questo incubo. Ma non ho mai visto qualcuno riuscirci e fare ritorno per raccontarlo; guardatevi intorno: le case di Sherfield sono abbandonate, le strade sono polverose, vuote… Dimenticate. Questo termine, forse, lo avrete già sentito: i dimenticati siamo noi, noi che restiamo qui ad abitare questo mondo, sempre più soli. Non è forse sempre stato così, del resto? Ricordiamo per l’eternità ogni singola persona che ci ha lasciato, mentre noi che restiamo… Siamo noi ad essere dimenticati qui, intrappolati in un destino di attesa.

(continua sul link)