Endora – Terzo episodio – Il tempo degli inganni

Fernanda Romani – Endora – Terzo episodio – Il tempo degli inganni

Dati del libro
Titolo: Endora vol.3 – Il tempo degli inganni
Data uscita: 6/3/2017
Editore: Self publishing
Formato: Ebook
Pagine. 290
Prezzo: euro 2,99
Disponibilità: venduto in tutti gli store.

 

SVELIAMO LA TRAMA DEL TERZO VOLUME DELLA SAGA!
Tre scenari e tre campi di battaglia in questo nuovo terzo episodio.

Sul confine ovest del regno di Endora gli attacchi dei selvaggi Qanaki si fanno sempre più audaci. Naydeia si trova a fronteggiare un nemico molto pericoloso con un reggimento stremato e pieno di reclute, mentre il suo matrimonio con Killiar continua ad essere un’incognita, colma di troppi silenzi e incomprensioni.
Tra Daigo e l’ex libero-amante è nata un’amicizia ambigua, basata sull’inganno e sulla solitudine, perché l’Aldair vuole avvicinarsi sempre di più al marito di Naydeia, in cerca della propria vendetta.
A sua volta, Killiar è molto vulnerabile; troppo solo e tenuto a distanza anche da sua moglie che, pur amandolo profondamente, non riesce a credere al suo interesse verso di lei.
Ma il destino è in agguato, pronto a sconvolgere il gioco astuto di Daigo e a mettere alla prova amori e amicizie. La ferocia dei barbari porterà sangue e morte, e i disegni del fato metteranno allo scoperto verità dolorose e segreti antichi.
Nella capitale, Omira, spie e sicarie si muovono in una guerra d’intrighi altrettanto pericolosa, portando avanti la congiura per schiacciare gli aneliti di libertà dei maschi del regno. Yadosh e Rainna devono difendere non solo se stessi e le loro alleate, ma anche la famiglia. Gylia, la figlia maggiore, milita nelle Jamirie, ignara della loro corruzione, ma decisa a difenderne l’onore. Invece Nhavi, la figlia minore, si prepara a combattere al fianco della madre e dell’uomo che considera un padre.
Com’è possibile fare ciò che è giusto quando questo divide la tua famiglia?
Infine, la lotta tra le Sacerdotesse di Katra e le Sciamane di Alcheria si fa sempre più violenta, la magia dello Spirito Guerriero acquista energia e si prepara a reclamare il proprio posto nella società di Endora. Solo un tributo di sangue può fermare la sua corsa verso la verità, e chi è disposta a pagarlo va incontro a un destino di morte.
Rimane ancora una speranza per mutare il destino degli uomini di Endora: l’Ultimo Erede di Innho, anche se di lui si sono perse le tracce. Come e dove trovarlo?

 

Estratto

− Allontanatevi dal fiume!
Killiar guidò i cavalli verso i lievi pendii erbosi alla sua sinistra, ma riuscì a farli deviare solo di poco, intralciato da uomini e donne intenti a mettersi al sicuro. La via più agevole era di fronte a lui, ma era anche la più pericolosa.
Incitò i cavalli e fece vibrare le redini, spingendoli a percorrere la strada da cui tutti fuggivano. Se fosse riuscito a portarsi più avanti forse avrebbe trovato un varco nella fuga disordinata dell’intero reggimento.
Daigo cavalcava alla sua sinistra, come se non avesse nemmeno pensato di mettersi in salvo da solo, pur potendosi muovere con più libertà.
Lui doveva occuparsi del carro e tentare di mettersi al sicuro portandolo con sé. Scacciò dalla testa la scena a cui aveva appena assistito; non poteva farsi distrarre dalla paura. Continuò a lanciare incitamenti, deciso a portare fino in fondo il suo lavoro.
Evitò di poco un altro pezzo di argine che franava, riuscendo a deviare la corsa di quel tanto sufficiente per aggirare il pericolo e proseguire.
− Là! Là, puoi passare!
Killiar non perse tempo a stupirsi. L’Aldair sembrava avergli letto nel pensiero e gli indicava un tratto erboso di poco più scosceso degli altri, dove c’era abbastanza spazio per manovrare verso luoghi più sicuri, pur nel mezzo del caos provocato dalla frana.
Frustò i cavalli, scuotendo le redini sulle loro schiene, e li fece piegare verso sinistra, incanalandosi finalmente assieme alla massa che fuggiva. Percepì le ruote scivolare sull’erba bagnata, messe in difficoltà dal pendio, ma fu solo un istante, poi uno scatto in avanti gli disse che la corsa continuava.
Lo schianto lo colse di sorpresa, così come la scossa che fece piegare il carro di lato.
− Attento!
Non capì se quel grido era rivolto a lui, né a cosa dovesse fare attenzione. Abbandonò le redini e saltò giù dal veicolo, prima che questo gli rovinasse addosso. Non riuscì a evitare l’impatto con qualcuno che fuggiva a cavallo e fu sbattuto contro la fiancata del legno appena abbandonato. Mentre si sforzava di non cadere a terra un mustano pezzato si fermò vicino a lui.
− Presto! Sali!
Daigo gli tendeva il braccio, saldo come una roccia in mezzo alla corrente.
Killiar lo afferrò, sfruttando la forza che lo tirava verso l’alto per balzare in sella, dietro al guerriero che subito diede di sprone.

 

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Addentriamoci nel romanzo con una guida d’eccezione… l’autrice!

 

 

  • Buongiorno, Fernanda! Quando hai progettato questa storia?

In origine doveva essere soltanto un racconto, ispirato a una saga che stavo scrivendo e che io chiamo Trilogia degli Uomini. Volevo usare la tematica della società matriarcale, dove gli uomini erano oppressi e considerati inferiori, per scrivere un racconto, ma il mondo che avevo creato era troppo complesso per riuscire a sintetizzarne le dinamiche in un storia breve così ne inventai un altro, con caratteristiche analoghe, ma più semplice da delineare. In seguito, da quel racconto ne nacque un altro e poi un altro e un altro ancora, fino a che non decisi di farne una storia di ampio respiro.

  • Sei stata ispirata da qualche lettura, vecchia o recente?

Questa è sempre stata un domanda che mi mette in difficoltà. L’idea della società dove gli uomini sono oppressi da una dominazione femminile è stata il frutto di di diverse evoluzioni della trama originaria (mi riferisco alla Trilogia degli Uomini), non ho mai avuto in mente romanzi che io considerassi dei punti di riferimento per la tematica affrontata. In seguito, a forza di pensarci, e a furia di sentirmelo chiedere, mi sono ricordata una serie di libri di fantascienza dove era presente una società matriarcale, ispirata a quella dei leoni, quindi ho deciso di eleggerli a fonte d’ispirazione. Si tratta del Ciclo di Chanur, di C. J. Cherry

  • L’ambientazione è reale o di fantasia?

L’ambientazione è pseudo medioevale, non ha alcun riferimento storico. Contiene elementi medioevali, ma anche rinascimentali.

  • Il romanzo è autoconclusivo o rientra in una serie/saga?

Il tempo degli inganni è il terzo episodio della saga di Endora. Il quarto sarà l’ultimo.

  • Parlaci dei personaggi e definiscili brevemente con qualche aggettivo.

La protagonista femminile è Naideya, una guerriera che comanda un reggimento itinerante. É una donna forte e determinata, pronta all’azione, ma fragilissima nel suo sentimento per Killiar. Si troverà a dover combattere un nemico astuto e feroce, che sta mettendo in atto una strategia di cui nessuno comprende la portata. E lei dovrà essere sempre la più forte, anche nei momenti in cui il dolore è il suo unico pensiero.

Killiar è un ex libero amante; addestrato fin da adolescente a soddisfare ogni esigenza femminile. Bellissimo, ambito da tutte le donne. Ha conosciuto la ricchezza e la povertà, un amore immenso e un dolore devastante. Dovrà affrontare una profonda evoluzione.

Daigo è un guerriero Aldair, uno straniero, costretto a prostituirsi per motivi religiosi. Il popolo a cui appartiene discende da una razza di antiche pantere e questo fa di lui un predatore nato. Il triangolo formato da lui, Killiar e Naydeia è passionale e pieno di ambiguità, una situazione dove ognuno si troverà a mostrare la propria natura. Una sua descrizione? Mi piace citare quella fatta da una mia lettrice: “Selvaggio, rude, peloso, sfrontato, fiero, indomabile. Che altro?”

Yadosh, quarantenne di grande bellezza, è un ex-libero amante che ha accettato il matrimonio con una delle donne più potenti del regno, di oltre dieci anni più anziana di lui. É l’unico uomo di Endora a occupare una carica importante, che gli consente di porsi come baluardo dei diritti degli uomini. E di tentare di sventare il complotto storico che è stato la causa della loro rovina.

Rainna è la Custode dei Confini, donna assai potente e determinata. Ha voluto Yadosh perché lo ama e pur di averlo come marito lo ha portato alla massima carica concessa a un uomo. É una sua alleata nel tentare di cambiare il destino degli uomini di Endora e così quello del loro figlio, Siglid. Senza scrupoli, esattamente come il marito, affronta con audacia ogni complotto pur di raggiungere i suoi scopi.

  • Qual è il pubblico ideale per questa storia? È un testo per tutti o per fasce di lettori ben precise, ad esempio per adolescenti, adulti o è pensato per un pubblico prevalentemente femminile o maschile?

La mia intenzione era scrivere una storia diretta a ogni tipo di pubblico, per questo ho voluto che la trama avesse un aspetto variegato. Ha la complessità tipica del fantasy, con tutti gli ingredienti classici del genere: guerra, passioni, intrighi, magia, ma possiede anche una notevole connotazione sentimentale. Questo, se da un lato ha suscitato interesse nel pubblico femminile, dall’altro ha allontanato gli appassionati di fantasy, che, come è noto, sono insofferenti all’aspetto romance. Ho molte lettrici amanti del romance che, pur non avendo mai letto fantasy, hanno affrontato “Endora” e l’hanno apprezzato, pur trovandosi spiazzate dal realismo delle scene di combattimento o dal grande numero di personaggi e di sottotrame. Questi elementi, tipici del fantasy, di certo non metterebbero in difficoltà gli appassionati, i quali però guardano Endora con un certo sospetto, scoraggiati dal pregiudizio contro la componente sentimentale.

  • Che tipo di linguaggio ha scelto, per questo romanzo? Colloquiale, forbito, diretto ecc…?

Ho scelto di usare un linguaggio che sia percepibile come adeguato all’ambientazione, quindi privo di elementi che abbiano connotazioni moderne. I miei personaggi non hanno “obiettivi” da raggiungere, ma “scopi” oppure “missioni” da compiere. Nelle scene d’azione, i protagonisti non sentono scariche di adrenalina nelle vene, tutt’al più brividi, ecc. Ho sempre posto l’attenzione sul tipo di linguaggio da usare, come linea di condotta personale, senza per questo abbandonarmi all’uso di uno stile arcaico e datato. Diciamo che cerco di trovare sfumature adatte all’ambientazione pur avendo sempre presente quanto mi è stato insegnato: cercare di produrre un testo scorrevole, senza inutili arzigogoli.

  • Che cosa desideri comunicare al lettore? C’è un significato nascosto, sotto la trama?

Il messaggio credo sia piuttosto chiaro e tutt’altro che nascosto: qualunque società basata sul dominio di un sesso sull’altro è fonte di ingiustizia. La storia un’evidente metafora della condizione femminile, di ogni tempo e luogo, e vuole dimostrare che l’unica società auspicabile è quella paritaria Io non ho mai creduto all’utopia secondo la quale, se il mondo fosse governato dalle donne, sarebbe un mondo migliore. Secondo me, il potere corrompe, sempre e comunque.

  • Hai usato una tecnica particolare, per scrivere questo?

No, nessuna tecnica particolare.

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