SINOSSI

Dopo dieci anni trascorsi a New York, Don Tillman e sua moglie Rosie Jarman si trasferiscono in Australia dove affronteranno la sfida più difficile. Hudson, loro figlio, ha delle difficoltà a scuola, è molto impacciato e non riesce a relazionarsi con gli altri. Don, che ha passato metà della sua vita cercando di sentirsi al posto giusto, elabora una serie di attività per stimolare il figlio e aprirlo al mondo esterno. Il Progetto Hudson richiederà l’aiuto di vecchi e nuovi amici e porterà Don a riflettere sulle innumerevoli sfide che la vita ci pone davanti. Sarà necessario guidare Hudson passo per passo in molte situazioni e imparare a lasciarlo andare in tante altre. Nel frattempo non mancano mille problemi da risolvere: Rosie sta passando un periodo difficile al lavoro, mentre Don si ritrova nei guai dopo aver tenuto una lezione che ha destato scalpore e, accusato di razzismo da parte dell’università, sarà costretto a prendersi un anno sabbatico.

 “Hudson era subentrato in quinta elementare, ad anno già iniziato. All’inizio le materie sembravano piacergli. Rosie era preoccupata dalla mancanza di amici, ma io avevo l’impressione che lei tendesse a utilizzare come metro di confronto la sua facilità nello stabilire rapporti sociali. L’unica vera lamentela di Hudson riguardava la scarsa organizzazione del programma di doposcuola, affidato all’estro del momento e privo di un orario fisso. Proprio per questo, Rosie aveva deciso di ritirarlo, rimettendoci la direzione del progetto di ricerca.  Tuttavia, otto mesi più tardi, quando l’anno scolastico si avviava alla fine, ci rendemmo conto che qualcosa non andava. I voti di Hudson erano precipitati e, anche se il giudizio in fondo alla pagella usava un linguaggio piuttosto sibillino, Rosie era convinta che gli insegnanti volessero segnalarci la presenza di un ‘problema’. Fissammo quindi un colloquio con il maestro.”