Occhi nella nebbia

 

Occhi nella nebbia:

Le indagini del maresciallo Visconti

e la Squadra Speciale Occultismo

 

  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • ASIN: B06XQZQQND

SINOSSI

Notte. Trieste è una città tranquilla. Più o meno. E la nebbia non c’è mai. O quasi. Tutta colpa (o merito) della Bora. A volte la signora dei venti tace e la nebbia avvolge ogni cosa. Tra i palazzi eleganti e antichi, creature inquietanti osservano con occhi avidi. E hanno sete…
Nella prima parte si narra “Del perché i vampiri non esistono e come fu che il brigadiere Visconti diventò maresciallo”. Nella seconda, introdotta dal titolo “L’eredità della Duse”, veniamo a conoscenza di un particolare fondamentale per la riuscita delle indagini: I tarocchi di Donna Assunta ci azzeccano sempre.
Un urban fantasy fuori dalle righe, con un pizzico di humor, incalzante come una pochade francese.
In fondo al volume, il racconto paranormal “Il Sesto Arcano ” in omaggio.

 

ESTRATTO

Dopo cinque anni di servizio a Trieste, non s’era ancora abituato alla Bora. Il fragore di quel vento freddo e impetuoso, non lo lasciava dormire. Così quella notte aveva rinunciato al sonno e s’era messo al lavoro.
Immerso nelle sue ricerche a video, lo squillo del telefono lo fece sussultare. Alzò la cornetta senza staccare gli occhi dallo schermo del portatile. “Pronto? Brigad… maresciallo Visconti, caserma Manzoni” esordì con voce professionale.
“Andrea… Andrè ’ammamma, ma tu ci vai a teatro?” sussurrò concitata una voce femminile, con spiccato accento partenopeo, dall’altro capo del telefono.
Basito, l’uomo guardò l’ora in basso a destra sullo schermo del personal. “Mamma, che succede? Sta male qualcuno?”
“Non sia mai! Facciamo gli scongiuri!”
“Ma lo sai che ore sono? Le due del mattino.”
“Eeeeh… che vuoi che sia!” minimizzò la donna. “Voi carabinieri sempre all’erta state, giusto? Oh! Ascoltami bene, voglio sapere se vai a teatro.”
Visconti rimase interdetto, poi s’incupì. “Ho capito. Ci risiamo con i tarocchi. Mamma, avevi promesso.”
“Zitto, zitto… svelto, che non posso starci tanto al telefono a quest’ora, che se si sveglia tuo padre… Zitto, che gli verrebbe un colpo pover’uomo! Non sia mai!”
“Verrà anche a me se continui con queste stupidaggini.”
“Ma come ti permetti? Così rispondi ’ammamma?” lo rimproverò la donna con la voce arrochita dallo sforzo di tenere basso il tono. “Statti zitto per carità! Tua nonna Carmela si starà rivoltando nella tomba. Ma come stupidaggini? Sai che ho il dono! E anche tu figlio mio, che ti piaccia o no. Lo sai che discendiamo dalla Sibilla Cumana!”
“Sì, sì, come no. Adesso però smettila di girare attorno agli argomenti e spiegami il motivo di questa chiamata.”
Dall’altro capo del telefono la voce si addolcì. “Vabbene, poi ci parlo io con la buonanima della tua nonna così la tranquillizzo. Adesso però rispondi: ma tu ci vai a teatro qualche volta, sì? Guarda che qui si parla di teatro ad alto livello. Spirituale, direi. Ma tu li leggi i giornali?”
“Insomma che c’è?” sbottò spazientito l’uomo.
“E che ne so? Qui è tutto confuso, gli spiriti sono in subbuglio. Devi assolutamente leggere i giornali domani. Tutte le pagine che parlano di teatro. E di’ alla tua collega, la Martina Cosulich, di smetterla col pendolo. È molto più facile se parla col morto.”
“Morto? Quale morto? Si tratta di omicidio? Dove?”
“Alla faccia che le mie sono stupidaggini!” la donna soffocò una risatina. “Lo sai, vero, che ci azzecco sempre. No, qui i morti sono stecchiti da mo’. Dormi, bello ‘ammamma, va’ a dormire che sei stanco e non ti preoccupare che non serve che fai la guardia. Stanotte non succede niente. Non dalle tue parti. Ma domani compra il giornale, mi raccomando. E leggilo bene… uh, tuo padre si è svegliato! Ciao, baci.”
Visconti ci mise qualche secondo per riattaccare dopo il clic dall’altra parte. Trattenne l’ombra di un sorriso ironico al pensiero di suo padre che, da bravo carabiniere veneto in pensione, continuava a montare in collera ogni volta che scopriva la moglie con i tarocchi in mano. Eppure lei in quel modo lo aveva aiutato a risolvere un sacco di casi.

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Perché leggere il romanzo? 

Esploriamolo assieme all’autrice!

 

Buongiorno, Fabiana, quando hai progettato questa storia?

La prima parte è la rielaborazione di un racconto uscito nell’antologia “I vampiri non esistono” edito dalla Domino (che purtroppo ha chiuso i battenti). Avevo, com’è ovvio, un limite di caratteri per la stesura e sentivo la necessità di rimpolparlo prima di riproporlo. Prendendo in mano gli appunti relativi all’ambientazione e ai personaggi, mi sono resa conto che valeva la pena investire maggiori risorse creative nella storia. La seconda parte è venuta da sé. Nulla di premeditato, quindi. Ne sono rimasta sorpresa io stessa.

Sei stata ispirata da qualche lettura, vecchia o recente, oppure sei stata ispirata da qualche fatto reale?

Amo moltissimo Douglas Adams, Terry Pratchett e Giovanni Guareschi. Amo la loro ironia surreale e a tratti grottesca perché la trovo molto più aderente alla realtà di certo verismo “virtuoso”. Il mio stile in questo caso si rifà, con le dovute proporzioni e senza pretese, ai loro modelli. Per quanto attiene alle vicende, no, nessun fatto di cronaca. È una modalità che mi trascino dietro da quando lavoravo nelle aule giudiziarie. Tutto ciò che riguardava il lavoro, rimaneva solo e unicamente tra le mura del Tribunale. Dal momento che nessuno riesce ad astrarsi da se stesso, è molto probabile che quanto narro sia la trasfigurazione di qualche fatto realmente accaduto. Un delirio, insomma. E visto che c’ero, ho volutamente ignorato il codice di procedura civile e penale, l’ho dichiarato apertamente nella premessa al libro.

L’ambientazione è molto realistica e moderna, che difficoltà hai incontrato nell’inserire in un ambiente così personaggi che sono, per così dire, in bilico tra la realtà e la fantasia?

Nessuna difficoltà. Anzi, è stato naturale come respirare. Credo sia grazie a ciò che a Trieste chiamiamo “morbin”. Un termine difficile da tradurre. Hai presente un refolo di vento frizzante e burlone? Ecco, è questo. È la capacità di ridersi addosso, di prendere la vita con spirito anche quando tutto va storto. Di ridere, o almeno sorridere, remando contro corrente e perfino spalando letame. Insomma, qui nella mia città siamo tutti un po’ fuori di testa ma questo non ci impedisce di guardare in faccia la realtà. Viviamo perennemente in bilico, soprattutto quando soffia la Bora. Per quanto riguarda l’ambientazione, trovo sia molto più facile descrivere ciò che si conosce. Amo la mia città, i suoi angoli nascosti, le sue follie irriverenti e i suoi fatti tragici. Amo viverla, respirarla. Ne amo perfino i difetti. Quando l’amore supporta, tutto diventa facile.

Parlaci dei personaggi e definiscili brevemente con qualche aggettivo. Qualcosa che li renda irresistibili, agli occhi del lettore.

Accidenti, mi hai messo in crisi. Di personaggi ce ne sono molti. Innanzitutto i componenti della Squadra Speciale Occultismo. Carabinieri “potenziati”.  Un maresciallo telepate, un vicebrigadiere esorcista perché in realtà è un prete mancato, un appuntato dal passato misterioso (è rumeno, adottato quand’era piccolo) e perennemente diviso tra la natura umana e quella lupina, per non parlare dell’unica donna della squadra, appuntato pure lei, che è una medium naturale. Tutti “troppo carabinieri” per lasciarsi trascinare dalle rispettive peculiarità straordinarie. E sono fichissimi. Fatevene una ragione. Insomma, uno capace di (quasi) trasformarsi in licantropo, stile “incredibile Hulk”, non può non avere un fisico da urlo (carabicantropo o lycabiniere? ai posteri l’ardua sentenza). Poi c’è l’ispettrice Abrami, della Polizia di Stato. È nata per togliere la patina di eccezionalità ai fatti, per rintuzzarli nel quotidiano. È lei la vera antagonista dell’unità speciale, perché in storie come queste il finale, cioè la vittoria del bene sul male, è sempre scontato. Ed è gnocca, ovviamente. Però non potevo lasciarla in balia del suo scetticismo. Così quando a un certo punto scrivo che è puntuale come la morte… no, non posso spoilerare. Che dire di Michela Vitali, la mia amica attrice? Mi sono divertita un mondo a catapultarla all’interno della storia con tanto di nome e cognome. Ammetto però che il personaggio che mi ha dato maggior soddisfazione è la madre del maresciallo Visconti: Donna Assunta. Avete presente Marisa Laurito? Bene, lei in versione zingara partenopea che legge i tarocchi. Poi ci sono i supercattivi e i cattivi che volevano essere altro. Quanto ai mostri, sono mostri per davvero. Niente mezze misure.

Humor, ironia, tinte fosche, personaggi inaspettati e un pizzico di magia, questi gli ingredienti di questo libro.  Qual è il pubblico ideale per questa storia?

Quello a cui piace incantarsi perché vive disincantato. Che ama il paradosso e che desidera mettere temporaneamente da parte il quotidiano per leggerlo in versione ironica.

Che cosa desideri comunicare al lettore, con questo romanzo? C’è un significato nascosto, sotto la trama?

La risposta a questa domanda è contenuta in parte nella dedica. La riporto volentieri. “Alla mia città, ai suoi angoli nascosti, a coloro che la respirano e vivono con amore e, con immensa gratitudine, a coloro che la difendono dai veri mostri.” Ho trascorso ventisei anni della mia vita lavorando nelle aule del Tribunale di Trieste. Ne ho viste un bel po’. Episodi e situazioni che mi hanno fatto riflettere. Ho toccato con mano, facendo le debite proporzioni, ciò che la filosofa Hannah Arendt definisce “la banalità del male”. Humor e ironia hanno bisogno di supporti forti, altrimenti non reggono. L’eterna lotta tra il bene e il male si ripropone in tutte le sue sfumature. Alla fine, è questione di scelta. Per questo in fondo all’ebook ho inserito il racconto “Il sesto arcano”, in cui tratto la questione del libero arbitrio pur non essendo religiosa e tanto meno cristiana.

Domanda finale: vedremo ancora in azione il Maresciallo Visconti e la sua squadra speciale occultismo?

Certamente! Sto già lavorando al seguito. Posso anticipare che la squadra sarà costretta a investigare in trasferta. In Transilvania, ovviamente. Quanto al terzo capitolo… occhio alle mummie!

Biografia dell’autrice

Autrice della saga fantasy “Derbeer dei Mille Anni” edito dalla Nord e vincitrice, con il sesto volume della saga, del Premio Italia nel 2005. Oltre a numerosi racconti usciti per case editrici di genere e per ragazzi, pubblica il romanzo fantasy Aghjkenam, il segreto della Città Perduta, l’antologia personale La mia Trieste meravigliosa e i romanzi Vento sulla scogliera, Lo Spadone rubato e Selvaggio a chi (gli ultimi due per DRI Editore). Esegue lavori di editing e tiene corsi di scrittura creativa. Fa parte del progetto “Laboratorio Provinciale Permanente di Scrittura creativa” per le scuole medie di Trieste.

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Una risposta a “Occhi nella nebbia”

  1. Per qualche strano motivo, I like di questo post si sono azzerati. E’ già successo con altri, e non ne comprendiamo la ragione. Fortunatamente, proprio ieri ho screenshottato l’articolo, così posso dimostrare che l’indice di gradimento dei lettori, verso Fabiana, è più alto di quanto non sembri.

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