Il Condottiero

Cesare Borgia

 

  • Lunghezza stampa: 277 pg
  • Numeri di pagina fonte ISBN: 1519025416
  • Editore: Lulu; 2 edizione (23 maggio 2014)
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • ASIN: B008UNLDRS

Dall’autrice di “Principe delle tenebre. Biografia romanzata su Manfredi di Svevia”

Biografia romanzata su Cesare Borgia, duca Valentino. L’uomo dimenticato dalla Storia.

 

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ESTRATTO
Quando uscì alla luce del sole con Caterina, lo stesso Balì, con una poderosa scorta, gli bloccò il passo intimando di consegnare la dama poiché era stata fatta prigioniera da un francese.
Cesare si guardò intorno e in una frazione di secondo decise il piano. Con la sua fredda impassibilità consegnò la donna e immediatamente, con voce tonante, annunciò di voler passare in rivista le truppe e ordinò che tutti si radunassero nella piazza principale.
«Monsignore, perché non attaccare e distruggerli?» propose Vitellozzo.
Cesare girò lo sguardo e posò gli occhi sull’uomo massiccio che aveva davanti.
«Fai quello che ho ordinato o ti pentirai di essere nato.» sibilò con voce gelida.
Una volta schierate le truppe, i soldati del Balì si ritrovarono da un lato i reggimenti di Vitellozzo e Achille, dall’altro le lance di Ives, mentre l’artiglieria era pronta a far fuoco su di loro.
Il Balì corrugò la fronte, prendendo coscienza di essere caduto in trappola e di non avere vie di fuga. In quell’istante Cesare arrivò sul proprio destriero, elegante e nero come una tempesta; dietro di lui, come un’ombra scura e minacciosa, Michelotto, pronto a difendere il suo signore a oltranza.
«Volete saccheggiare?» iniziò con veemenza, l’ira mal repressa per la nottata insonne. «Volete approfittare della popolazione indifesa? Ebbene, finché io sarò vivo questo non avverrà! Mai! Dico mai! Chiunque troverò ad approfittare anche di una sola persona, gli farò mozzare le mani e lo impiccherò alla torre più alta! E non sperate di ricevere paga migliore: quella che percepite ora è più che sufficiente! Tutto quello che è accaduto in questi giorni mi ha disgustato ed è solo per non mancare di rispetto a Sua Maestà che non ho voluto impartire esemplari punizioni a chi ha avuto l’ardire di minacciarmi!» sbraitò fissando il Balì. «Ma se non ho agito ora, ricordate che il Valentino non dimentica e alla prossima occasione sarò ben felice di strozzare con le mie stesse mani chi oserà insultarmi! Quanto alla prigioniera, avete ricevuto la taglia pertanto non avete più alcun diritto, né ora né mai!»
Quella furia scatenata ebbe il potere di far impallidire uomini rudi, rozzi, privi di scrupoli e di accrescere il rispetto che i capitani gli portavano.
L’arringa continuò ancora, mettendo in risalto la risolutezza e la ferocia del grande condottiero, mentre il popolo ascoltava di nascosto, ringraziando Dio per aver mandato un simile signore a cacciare la tiranna.
Infine Cesare si piantò davanti al Balì e fissandolo con astio negli occhi intimò:
«Restituite immediatamente la prigioniera.»
L’uomo guardò i propri soldati stretti tra due fuochi e capì di dover chinare la testa. Tuttavia replicò:
«I francesi non prendono prigioniere le donne. Madonna è ospite dei guasconi.»
«Monsieur d’Alègre, avvicinatevi.» ordinò Cesare.
Alla presenza del capitano di Luigi XII iniziò la discussione, che degenerò in insulti osceni, velate minacce e accuse, perché nessuno dei due intendeva cedere.
Quando capì che le cose potevano andare per le lunghe, Cesare si inalberò in tutta la sua risolutezza e indicando la popolazione sbraitò in faccia al Balì:
«Volete strafare, vero? Cosa fareste se io buttassi in pasto a questa gente i vostri soldati che si sono divertiti al saccheggio? Impallidite? Ebbene, sappiate allora che è proprio questo che ho intenzione di fare: innalzerò a giudice la popolazione di Forlì; abbandonerò questi mercenari guasconi agli uomini ai quali hanno devastato e depredato le case, alle donne che hanno violentato, alle madri alle quali hanno massacrato i figli e vedremo se riusciremo a trovare anche un solo soldato intero! Vi farò fare a pezzi dalla furia del popolo!» sibilò a denti stretti, disgustato dell’intera situazione.
A quel punto, vista la determinazione sul volto del Valentino, il capitano francese si fece avanti e consigliò al Balì di cedere la prigioniera. Sapeva benissimo che alle minacce sarebbero seguiti i fatti e non aveva nessuna intenzione di sacrificare per una sciocchezza gli uomini di Luigi XII. Il Balì chinò la testa pensieroso, sbirciando di sottecchi i cannoni che aveva davanti e che lo minacciavano senza veli e infine capitolò. Caterina, vestita di nero, tornò al fianco di Cesare e gli rivolse un pallido sorriso.
Un’ovazione salutò il passaggio lento e misurato del vincitore davanti alle truppe e Ives annuì compiaciuto, notando l’ammirazione e l’adorazione negli occhi dei condottieri, fieri di militare sotto lo stemma borgiano.

 

 

L’AUTRICE
Monica Maria Giovanna Lucrezia Valentini, più brevemente MGL Valentini, vive a Roma con il marito e il figlio, ma nasce a Nettuno, teatro dello sbarco alleato del 1944 e da piccola giocava nel cimitero americano. Da brava nettunese ama il baseball, sport che per nove anni il figlio ha praticato. Ama da sempre il Giappone, ha una cognata giapponese e un nipote italo nipponico.
È cresciuta unica femmina in mezzo a comitive di ragazzi e forse per questo si sente un maschiaccio mancato. Non è un caso che per anni ha praticato judo, sport a lei più congeniale rispetto alla danza classica verso la quale l’aveva indirizzata sua madre. Di sé dice che quando Dio distribuiva la femminilità, lei era intenta a indossare catene e lucchetti da brava metallara. Da ragazzina scopre la passione per la Formula 1, tanto da correre sui kart, con gran disperazione del padre.
Sarebbe lungo l’elenco delle sue passioni, ma una su tutte è la Storia.
Il suo primo romanzo, “Cristalli”, lo ha scritto a diciannove anni.
ll metal e il rock sono le colonne sonore che accompagnano tutti i suoi scritti.
Ah, dimenticavo: è un arciere medievale, fa parte degli Ordo Draconis e tira con il longbow.