L’erede ribelle

 

L’EREDE RIBELLE

di

Cristiano Pedrini

 

 

 

  • Formato: Formato Kindle
  • Lunghezza stampa: 74
  • Editore: Youcanprint (7 dicembre 2017)
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • Formato: Cartaceo
  • Lunghezza stampa: 118 pagine
  • Prezzo: E-book 2,99 euro
  • Prezzo: Cartaceo 8,50 euro

 

 

https://www.amazon.it/Lerede-ribelle-Cristiano-Pedrini-ebook/dp/B077ZCCJJD/ref=tmm_kin_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1523723827&sr=8-1

 

 

 

SINOSSI:

Philip lavora nella biblioteca della piccola cittadina canadese di Whistler, dove il Natale è alle porte e la neve rende tutto più magico e speciale.

Jacopo è un ragazzo ribelle che sfida le autorità  e proprio per questo è costretto a svolgere un lavoro socialmente utili per via di un piccolo reato.

Due ragazzi così diversi ma così simili, dopo una lunga diffidenza iniziale, inizieranno a riempire l’uno i vuoti interiori dell’altro, e se Philip da una parte desidera redimere il giovane, Jacopo imparerà ad accettare come aprire il suo cuore all’amicizia e la sua mente alle sue stesse capacità.

Una favola di Natale dal dolce sapore delle cose preziose, delle seconde possibilità e dell’amore che aiuta a renderci chi siamo.

Un racconto intenso, pieno di messaggi speciali ed emozionante, che terrà compagnia al lettore nel periodo più magico dell’anno, conquistando anche i cuori più duri e facendo sognare in qualcosa di migliore.

 

 

 

ESTRATTO:

Quella mattina però era iniziata in modo del tutto diverso da quel che Philip avrebbe desiderato, sebbene al suo risveglio la grande sagoma della montagna fosse lì ad attenderlo, come sempre. Aveva infatti collezionato quello che, per usare un gergo che aveva sentito ripetere più e più volte dai ragazzi che frequentavano la biblioteca, era un bell’esempio di sfiga all’ennesima potenza, a partire dalla sveglia che non aveva suonato a l’aver trovato nel frigorifero l’ultimo brick di latte desolatamente vuoto. Inoltre la sua vecchia Ford aveva faticato di nuovo ad accendersi dopo aver passato la notte all’aperto e infine, per completare l’opera, la neve continuava a scendere pigramente ammantando il paesaggio.

Bene, Philip… Oggi ti presenterai al lavoro con un diavolo per capello, pensò sfregando le mani contro il volante mentre la vettura avanzava lentamente lungo la strada imbiancata.

Conoscendosi, avrebbe reagito in malo modo a qualsiasi commento, ed era quello che doveva evitare a ogni costo, soprattutto nella sua nuova veste di tutor.

«Conta fino a dieci…» si disse, sollevando lo sguardo verso il cielo plumbeo. «No… fino a cinquanta» aggiunse.

Quando abbassò di nuovo gli occhi sulla carreggiata scorse una figura lungo il bordo che spingeva quella che sembrava una motocicletta.

«Incredibile, ho trovato uno più sfortunato di me» mormorò, arrestando l’auto sul ciglio della strada. Abbassò il finestrino e cercò di sporgersi. «Serve aiuto?»

La persona si voltò guardandolo con un’espressione smarrita. «Se potesse darmi un passaggio lascerei volentieri qui questo rudere.»

«Certo. Dove deve andare?»

«Alla biblioteca di Whistler» rispose prontamente, appoggiando senza troppi complimenti la motocicletta contro un muretto.

La fantasia di Philip venne congelata dal sorriso prorompente del ragazzo, che si chinò per aprire lo sportello. Una volta accomodatosi in auto, prese a sfregarsi convulsamente le mani per riscaldarsi. Aveva un viso lungo, ancora pallido per via del freddo. Dal berretto di lana fuoriuscivano alcune ciocche di capelli castani.

Il giovane bibliotecario si voltò verso il sedile posteriore e levò dalla sua borsa un termos di caffè caldo. Glielo porse. «Tieni, questo ti aiuterà» gli disse. Quel gesto gentile incontrò di nuovo lo sguardo perplesso del suo ospite. «C’è qualcosa che non va?» chiese Philip.

«Come faccio a sapere che questa roba è buona e non contiene qualche…»

Philip, senza lasciare che l’ospite terminasse di parlare, riprese il termos dalle sue mani e si versò un bicchiere di caffè, sorseggiandolo davanti ai suoi occhi azzurri e tersi; dopodiché ricollocò il tappo e glielo posò sulle gambe. Rimise in moto la vettura.

«Controlla che non mi addormenti alla guida, altrimenti toccherà a te portarci a destinazione» rincarò la dose Philip osservando la strada.

Ora vediamo come reagisci, piccolo indisponente, pensò, godendosi quel gesto plateale.

«Per caso ti sei offeso?» domandò il ragazzo subito dopo.

«Tu cosa dici?»

«Dico di sì, ma te ne farai una ragione.»