L’ultima regina di Avalon

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Lei è la regina di Avalon.
Lui è il cavaliere più puro che la leggenda ricordi.
Eppure, l’amore li travolgerà come una tempesta.

Da Wikipedia:

In tutte le versioni del mito, Morgana è una potente maga (da qui il soprannome “fata”, che la mette in relazione con il misterioso popolo semidivino degli Sidhe della mitologia celtica). Probabilmente il personaggio è stato ispirato dalla dea celtica Modron oppure da Morrigan, dalla quale potrebbe aver pure tratto il suo nome. È in testi più tardi, come il ciclo del Lancillotto in prosa del XIII sec., che il personaggio sviluppò un carattere più complesso e ambivalente, trasformandolo in un pericoloso antagonista di Re Artù.

 

Un breve estratto

Si sforzava di sorridere, felice, ma si aggirava trepidante nella stanza, cercando il coraggio di lasciarmi. Forse anche lui presagiva che non ci saremmo rincontrati mai più, ed esitava a dare l’ordine che preparassero il suo cavallo alla partenza?
La voce mi venne meno. «A Camelot?» sussurrai.
«Ci saranno i Compagni» mi spiegò, concitato, guardandomi di sfuggita. «Si terrà un torneo e forse anche una caccia.» Si fermò davanti al camino. Se fosse stato più debole avrebbe pianto, ne sono certa. «Chissà» mormorò, fissando le fiamme. «Il Re potrebbe anche decidere di mandarmi in guerra come capitano, se mi batterò con onore…»
A quelle parole, la spola del telaio mi cadde sul pavimento, e sbarrai gli occhi.
«In guerra? No, Galahad. No.»
Mi alzai, risoluta.
«No» ribadii. «Rimani.»
Mi guardò, confuso e disperato. «Ma devo partire. Sono un cavaliere del re, e non posso…»
«Sì, puoi.»
Sciolsi i lacci della veste sacerdotale, che ricadde a terra come il bozzolo di una crisalide, e scossi i capelli, liberandoli dal drappo che li avvolgeva. Una nuvola di seta nera ondeggiò in tiepide carezze su tutto il mio corpo. Galahad ansimò, incredulo.
«Vieni.»

 

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Prefazione dell’autrice

Chiunque abbia letto Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley riconoscerà una certa affinità caratteriale fra la mia Morgana e quella descritta dall’autrice americana. Entrambe sono forti, leali e rispettose dei propri doveri. L’omaggio non è casuale ma voluto, poiché fino al 2005 MZB è stata una dei miei indiscussi maestri di scrittura, e il più lusinghiero complimento che potessi ricevere era: «Mi ricordi la Bradley!»
D’allora, il mio stile si è evoluto seguendo un percorso personale, ma non rinnego gli anni che mi hanno formato, sotto un profilo sia strutturale che estetico. Ho inoltre dedicato molto tempo alle ricerche storiche e culturali del periodo in cui è ambientato il Ciclo Bretone e, dal momento che l’impostazione data dalla Bradley al suo romanzo è stata precisa e fedele alla tradizione mistica e alle leggende, non ho voluto stravolgere gli antichi miti solo per discostarmi da lei.
La vicenda che narro è di mia invenzione e i rapporti fra Morgana e gli altri personaggi sono differenti da quelli presentati ne Le nebbie di Avalon. Alcuni personaggi, come la regina Ginevra, qui hanno un vissuto diverso, rispetto a quello immaginato dalla Bradley, e di conseguenza anche il legame con Morgana viene trattato in modo particolare.
E Galahad? Galahad è sempre un cavaliere puro, come lo descrive la leggenda, ma in questo racconto ho voluto regalargli qualche sfacettatura inedita, e non solo per la passione che lo legherà a Morgana.
Non so dove si trovi Marion Zimmer Bradley, adesso, forse è una goccia d’acqua che scorre in un fiume o un soffio di vento che rotola sul mare. Ma, ovunque sia, mi auguro che approvi la breve storia raccontata in queste pagine e che mi sorrida.