Personaggi femminili nelle opere di Tolkien

Personaggi femminili nelle opere di Tolkien

di Luisa Paglieri

Lo scrittore inglese J.R.R.Tolkien è, oggigiorno, un autore tra i più conosciuti e amati dai lettori di tutto il mondo e quindi anche dal pubblico italiano. Lettrici comprese.
Nonostante ciò, uno dei “rimproveri” che gli sono spesso rivolti è la scarsità o la poca centralità dei personaggi femminili nelle sue opere.
Vorremmo fare qui qualche osservazione sui personaggi femminili tolkieniani.
Innanzi tutto, spesso l’ analisi di questi personaggi è parziale o riduttiva. Quando si prende in considerazione ”Il Signore degli Anelli”, vengono quasi sempre citati tre personaggi ossia l’elfa Arwen, la regina elfica Galadriel e la principessa guerriera Eowyn. Viene di solito trascurato un quarto personaggio di grande importanza: Baccador, la sposa misteriosa del non meno enigmatico Tom Bombadil, personaggio, quest’ultimo, sul quale si sono fatte molte (troppe?) ipotesi (è un dio? un Maia? una specie di genius loci? uno spirito della natura? uno sciamano?)
Baccador, il cui nome originale è Goldberry, è una creatura acquatica (in una breve opera precedente di Tolkien era una ninfa delle acque), appartiene quindi a quella serie di personaggi mitici legati alle acque: ondine, anguane, longane, rusalke, sirene. Personaggi non privi di una certa pericolosità o ambiguità.
Baccador non è quindi una donna umana ma piuttosto uno spirito elementare che completa Tom, spirito della terra e della vegetazione, in una sorta di matrimonio simbolico: non un normale matrimonio umano ma piuttosto le nozze alchemiche tra gli elementi naturali.
Dopo l’ unione con Tom, Baccador vive in una casa sulla terraferma ma il pavimento è cosparso di ciotole piene d’acqua dove vegetano gigli acquatici… si vede che ha bisogno del suo elemento per vivere.
Baccador esercita una specie di signoria anche sugli elementi atmosferici legati all’acqua, il suo giorno di bucato è un giorno piovoso… Essa offre comunque a Frodo e agli altri hobbit una gentile e rinfrancante ospitalità, come fa Tom del resto. La natura ci offre molto aiuto, ci nutre, ci rigenera, verrebbe da pensare.
Altri personaggi del “Signore degli Anelli” e del “Silmarillion” generalmente trascurati sono: Rosie Cotton, fidanzata e poi moglie di Sam, l’eroe-giardiniere senza il quale Frodo non avrebbe potuto completare la sua impresa (la potremmo vedere come una sana donna del popolo, dalle poche parole e dai molti fatti: purtroppo il personaggio non è stato sviluppato a fondo, ci si potrebbe domandare cosa c’è tra lei e Sam, com’è il loro rapporto); Loreth, la vecchia saggia, guaritrice presso la casa di guarigione (con qualche tratto comico e popolaresco e qualche tratto di veggente e profetessa), Lobelia, la parente egoista ed antipatica, che rivela però alla fine del romanzo un fondo di probità.

Nel Silmarillion i personaggi femminili sono numerosissimi e diversissimi e ognuno di loro avrebbe potuto in teoria essere sviluppato ed avere una storia propria. Troviamo l’ indipendente (e insofferente) elfa Aredhel, sorella di Turgon, che lascia la sua casa e se ne va per il mondo sul suo cavallo, finendo per sposare (ma infelicemente) l’elfo nero Eol, la prode Haleth, guerriera e capo della sua casata (gli Haladin) dopo la morte del padre (non si sposerà mai ed incarna il modello di regina e capo di stato medievale come Matilde di Canossa), la coraggiosa Emeldir, detta Cuore Virile, moglie di Barahir e madre di Beren che affianca impavida il marito nella guerriglia contro Morgoth (ci ricorda le molte guerriere del medio Evo), la tetra Morwen, che non ha saputo allevare il figlio instillandogli il senso della gioia, la saggia Inzilbeth, regina di Numenor, madre di Tar Palantir, che ha il ruolo di “donna politica” moderata e buona consigliera…
Intrigante a mio parere è poi la regina Beruthiel, una delle poche “cattive” di Tolkien. Numenoreana Nera, di quelli che si erano schierati dalla parte “sbagliata”, Beruthiel diventa la moglie del re di Gondor, Tarannon. Non ama il mare, presso il quale deve vivere, veste sempre di nero e argento e possiede alcuni gatti che adopera come “spie”. Inoltre non riesce ad avere figli. Per questi motivi lo spietato Tarannon la mette su una nave, sola assieme ai gatti, e lascia che la nave vada alla deriva… Beruthiel ci ricorda il personaggio della strega, così come esso è nell’immaginario occidentale, non è “simpatica” ma anche suscita la nostra compassione…abbandonata in mare come i marinai del Bounty, la sua fine potrebbe essere tragica…anche se sappiamo che in una intervista, Tolkien dichiarò che la regina era riuscita ad approdare a Umbar, sua terra di origine.
Ben diversa e ampiamente positiva è la figura di Andreth, la Saggia, protagonista di “Atrabeth Finrod ah Andreth”, un dialogo in cui l’ umana Andreth e il l’elfo Finrod discutono sulla morte, sull’ aldilà e sul destino delle anime.
Andreth era molto amica di Finrod ma soprattutto era innamorata del fratello di lui, l’elfo Aegnor. I due non si poterono sposare a causa della guerra (vissero in tempo di guerra, quando le nozze dovevano essere indefinitamente rimandate). Andreth, comunque, per la sua intelligenza fu sempre molto amata sia dagli esseri umani che dagli elfi.
Certamente uno dei personaggi più importanti del Silmarillion è Luthien, protagonista con l’amato Beren, di una complessa e tormentata storia d’ amore.
Di Luthien recentemente si è parlato molto data l’ uscita del libro “Beren e Luthien” a cura di Cristopher Tolkien, figlio dello scrittore.
Tra le molte avventure vissute dalla celebre e sfortunata coppia, c’è anche quella della discesa di Luthien nelle aule di Mandos, ossia nell’aldilà, per riportare in vita il suo Beren.
In questo episodio il personaggio Luthien si riallaccia alle figure antichissime delle dee operavano la discesa agli inferi per strappare alla morte una persona amata: una figlia, un marito, un amante. Demetra, Isthar, Inanna, archetipi dell’eterno femminino, donatrici di vita e luce, dee che rappresentano i tanti volti della Grande Madre, si riflettono in Luthien, simbolo di amore e generosità che sfida le tenebre.
In conclusione, se è vero che in Tolkien la vita quotidiana delle donne, il mondo concreto femminile, sono poco presenti, è anche vero che molti personaggi femminili offrono interessanti spunti e meritano un esame più approfondito.

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