Cancellati

 

CANCELLATI

Di

De Rosa Giovanni

 

  • Formato: Formato Kindle
  • Lunghezza stampa: 156
  • Editore: ilmiolibro self publishing (11 marzo 2017)
  • Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
  • Lingua: Italiano
  • Prezzo e-book: 4,99 euro
  • Prezzo cartaceo: 12,75 euro

 

https://www.amazon.it/CANCELLATI-Rosa-Giovanni-ebook/dp/B06XKHYWCJ/ref=pd_rhf_pe_p_img_3?_encoding=UTF8&psc=1&refRID=PVK4PV7RFPT1KTK6WXWJ

 

SINOSSI:

Marco ed Enzo sono amici per la pelle: dall’età di cinque anni hanno condiviso tutto fino a quando, caduto in uno stato di depressione e di apatia, Marco inizia a fare terapia con Riccardo Villa.
Lo psicanalista gli suggerisce di scrivere un diario tra una seduta e l’altra ma, per non avere la tentazione di rileggerlo, dovrà salvarlo solo su una chiavetta USB e consegnarlo al medico alla prima seduta utile, il quale provvederà a integrarlo con le proprie considerazioni per poi renderglielo al termine della terapia.
Il romanzo si sviluppa tra i punti di vista dei due amici e il diario che Marco sta diligentemente scrivendo.
Un originale noir che si dipana attraverso un percorso a ritroso nel proprio io, perché nemmeno l’amicizia può comprendere quanto sia oscura la mente umana.

 

ESTRATTO:

Mi sono svegliato all’improvviso, una mattina come le altre. Come tante altre, nulla di diverso, tutto da ripetere nello stesso, identico modo. Ho salutato con un bacio la mia compagna ancora assonnata nel letto, un bacio che ha solo il sapore di un rituale obbligato; mi sono alzato diretto al bagno, prima porta a sinistra, mi sono seduto sul water per urinare e ho scorto il mio viso nello specchio: nessuna novità, lo stesso sguardo, nessuna sorpresa, niente più da scoprire, anche lui così scontato, incapace di stupirmi.
Da giovane ho inseguito sogni che si sono puntualmente infranti e così, senza accorgermene, mi sono adattato al sistema. Un professionista impeccabile, attento, scrupoloso e onesto; nessun gesto fuori le righe, degno di clamore o vergogna, tutto secondo norma, perfettamente accettato dagli altri. È il meccanismo della sopravvivenza: sono come mi vedono, come mi vogliono gli altri, e alla fine si finisce per credere di essere davvero così. Siamo un’idea che non possiamo cambiare, o forse manca la forza per farlo.
“Amore, il caffè è pronto. Vieni”.
“Eccomi”.
“A che ora finisci di lavorare, oggi?”.
“Alla stessa ora, come tutti i giorni”.
“Che dici se, quando finisci, mi accompagni a fare la spesa? Non pretendo che entri, puoi aspettarmi fuori il negozio, non è un problema. Ho sentito Piera: mi ha chiesto se andiamo a cena da lei in campagna. Sarebbe bello, con questo caldo, stare un po’ all’aria aperta. Domani mattina vado a correre, quindi passo da mia madre. Potresti studiare, nel frattempo. Nel pomeriggio vuoi guardare il ciclismo in televisione, vero?
“>Io sistemo la casa, vado in centro con Antonella, verso le sei mi accompagni a comprare un lampadario. Dopo, potremmo andare al cinema, il multisala è lì vicino e c’è quel film che volevo vedere. Domenica sveglia presto per andare sul lago: dicono sarà bel tempo e, se partiamo entro le sette, viaggiamo controcorrente senza traffico. Torniamo a mezzogiorno e invitiamo tuo fratello a pranzo, sempre che non stressi con la sua dieta a zona: mangia quello che c’è. La sera guardiamo qualcosa in televisione: non voglio far tardi, perché lunedì devo alzarmi presto. Ti piace il programma?”.
“Per me va bene qualsiasi cosa”.
“Cosa faresti senza di me! Ti organizzo tutto alla perfezione”.
Se tu sapessi… Non puoi proprio immaginarlo! Ogni mattina un fiume di parole e io, che vorrei ancora sognare e crogiolarmi nelle emozioni della notte, vengo catapultato con violenza in questa realtà. Deve essere tutto perfettamente organizzato: ma chi te lo chiede? Pensi anche di farmi un piacere! Odio i programmi. Sono già sufficientemente annoiato dalla routine e stressato dagli orari da rispettare, per vedere scandito in maniera maniacale il mio tempo libero.
Ma tu pensi che senza di te io sarei una barca alla deriva, e vuoi aiutarmi. Spesso spacciamo per piaceri quelle che sono le nostre necessità: lascia che gli altri ti chiedano quello di cui hanno veramente bisogno!
Ma non posso parlarti così. Sembrerei un ingrato, tu che ti prodighi così tanto per me. Quindi, dopo tante discussioni, preferisco il silenzio.
“Ma cos’hai oggi che non parli? C’è qualcosa che non va. Su forza, animo e coraggio, sembri un vegetale. Dai, reagisci!”
“Sto bene. Sono solo tranquillo, e faccio mente locale su quello che mi hai appena detto”.
“Non è vero. Mi irrita questo tuo sguardo e quest’aria da sufficienza: mai che mostrassi un minimo di entusiasmo per le cose che ti propongo. Mi piace stare con te, cerco di programmarmi al meglio per passare più tempo possibile insieme, ma sembra che ogni volta tu mi faccia un piacere”.
“Sono ben felice di passare il week end con te”.
“Balle! Io mi prodigo tanto, e mai una volta che tu faccia qualcosa per me”.
Oddio, ecco. Spuntano di nuovo, le prime lacrime, il solito pianto. Non sei originale, ti prego, prova ad attuare un’altra tattica. Mi obblighi a chiederti scusa per qualcosa che non ho fatto, ad abbracciarti, a rassicurarti sul mio amore. E tutto ritorna come prima, tutto stagna, niente si evolve, ma il mio senso di colpa e l’inadeguatezza crescono a livelli esponenziali. L’amore ha senso se si lascia l’altra persona libera di esprimere il suo essere, senza obbligarla a rispondere ad aspettative. Non capisco perché sono sempre molto disponibile nell’accettare la libertà degli altri, ma poi finisco per lasciarmi soffocare da una marea di “vorrei che tu fossi …, vorrei che tu facessi…, vorrei, vorrei, vorrei…”.
Basta! Prendi il mio amore per quello che è, e cerca di guardare quello che sono, non quello che vorresti io fossi. Ma è una battaglia persa in partenza, e sono obbligato a indossare una maschera. Ti guardo e ti trovo sempre più bella. Strano che faccia questa considerazione dato che, dopo sette anni insieme, la passione si è affievolita e stamane mi stai proprio sulle palle.
Eterna contraddizione dell’essere umano, emozioni contrapposte che si susseguono freneticamente, lasciandoti confuso e incapace di scelte più drastiche: restiamo nel mezzo, nella terra di nessuno, spinti a tratti dal desiderio di libertà e a tratti soggiogati dall’amore, ma determinati a non scegliere, e sempre più̀ vigliaccamente preda del compromesso. Adesso, però, non ho tempo per pensare: devo sbrigarmi, perché́ fra venti minuti ho un appuntamento. Si rinvia, giorno dopo giorno: c’è sempre una scusa e, quando tutto sarà finito, rimarrà il rimpianto di non aver avuto il coraggio di alcuna scelta. Ma forse non siamo tutti uguali, c’è chi prende in mano la propria vita e si lascia travolgere dalla sua magia.
Sono in macchina, venticinque chilometri fino al mio ufficio, guido meccanicamente, ma la mia mente è lontana.

Perché leggere il romanzo? Esploriamolo assieme all’autore!

Quando hai progettato questa storia?

● Ero per lavoro sull’isola di Zante. Un imprevisto con la mia società, mi ha obbligato a rimanere per 15 giorni in stand by, in attesa di evoluzioni organizzative. La mattina del primo giorno sono andato a fare colazione in un bar che ha una splendida terrazza su una baia fra le più conosciute dell’isola. Un foglio davanti, un flash, ed è partita la storia. Come ipnotizzato ,tutte le mattine, nello stesso tavolino sono entrato nella dimensione creata dalla mia immaginazione. E quando mi bloccavo, un tuffo in mare, e l’ispirazione ritornava….

Sei stato ispirato da qualche lettura, vecchia o recente? Hai qualche modello di riferimento, per scrivere i tuoi romanzi?

● Non sono stato ispirato da nessuna lettura. Non leggo tantissimo prima di comporre, perchè temo di essere inconsciamente condizionato, e perdere così la mia spontaneità ed autenticità, la mia originalità di contenuti e forme espressive

L’ambientazione è reale o di fantasia?

● I luoghi dove si sviluppa la storia, Zante e Treviso, sono reali, e le parti descritte esistono davvero. Mentre invece i personaggi sono frutto di fantasia, anche se per uno scrittore il confine fra realtà ed immaginazione è molto sottile. Frasi dette, episodi visti, rimangono nel profondo della memoria, ed a volte riemergono fornendo uno spunto all’inizio del processo di creazione ed immaginativo

Parlaci dei personaggi e definiscili brevemente con qualche aggettivo. Qualcosa che li renda irresistibili, agli occhi del lettore.

Marco è un uomo sulla quarantina, in piena crisi esistenziale, professionale e personale. Si rivolge ad uno pscicoterapeuta Riccardo, che gli fa scrivere il proprio diario come forma di ricerca del senso della vita. Guardare gli episodi del proprio vissuto da un’altra prospettiva, per annullare il senso di fallimento, ed amplificare invece i successi e le azioni degne di essere ricordate. Introspettivo, paranoico, pessimista.

● Si contrappone a lui l’amico Enzo, dinamico, pieno di voglia di vita e di esperienza. Energie che trovano la massima realizzazione quando interagisce con il mondo femminile. E’ un uomo di grande charme ed ascendente sull’altro sesso, e proprio per questo la sua vita è costellata da tanti incontri e trasgressioni, che lui racconta nel libro con minuzia di particolari, tanto da provocare invidia nel lettore maschile che vorrebbe immedesimarsi in lui ed eccitazione in quello femminile, per la sua capacità di trovare la chiave d’accesso all’enigmatico fluttuare emotivo della donna.

Che cosa desideri comunicare al lettore, con questo romanzo? C’è un significato nascosto, sotto la trama?

Ad un certo punto della vita ci si chiede se ha avuto senso tutto quello che abbiamo vissuto. Il diario diventa una forma terapeutica interessante per chiarire a se stessi punti bui, ciechi della propria esistenza, e valorizzare così le proprie esperienze ed emozioni.
Un significato nascosto è che in ognuno di noi c’è una doppia personalità, un dott. Jekyll e Mr. Hyde, un modo di apparire al mondo ed un modo di essere realmente, che a volte sorprende anche noi stessi. Costruiamo le nostre sicurezze vedendoci in un modo definito da aggettivi permanenti e definitivi che sembrano essere infissi nelle nostre cellule. Ma molto spesso viviamo emozioni che affiorano, che ci portano ad assumere comportamenti che la nostra razionalità non riesce a giustificare, nè comprendere.
Ci sarebbe un altro significato nascosto…ma proprio perchè nascosto non posso rivelarlo. Sarà il lettore, con il suo intuito o interpretazione a trovarlo….!!!!

 

BIOGRAFIA:
Giovanni De Rosa è nato a Sorrento il 10 agosto 1967. Ha lavorato come capo animatore ed attualmente è insegnante di fitness e personal trainer. Appassionato di teatro , ha recitato in compagnie amatoriali.
La sua prima opera è stata “Ecco perchè frequento le vostre donne” – Diario di un personal trainer.
“Cancellati” è il suo secondo lavoro, un originale thriller – noir.