E tu, quale birra preferisci?

E tu, quale birra preferisci?

di Luisa Paglieri

 

Segreti e curiosità su questa famosa e antica bevanda, svelati per voi dalla nostra Luisa Paglieri.

 

Tra poco, il 17 marzo, festeggeremo la tradizionale ricorrenza di San Patrizio, patrono d’Irlanda e molti di noi si concederanno una serata speciale in qualche pub per gustare una buona birra.


Spendiamo perciò qualche parola su questa bevanda tanto corroborante d’inverno quanto rinfrescante d’estate.
Sapevate che il più antico birrificio in Europa era nei pressi di Novara? Eh sì, gli archeologi hanno trovato a Pombia un completo armamentario per produrre la birra in un’area dove esisteva un insediamento di Celti: il tutto apparteneva a questi nostri lontani antenati. Alla faccia di bavaresi ed inglesi, con i loro fumosi pubs e le loro chiassose Gasthaus.
Un tempo il Nord Italia era pieno di birrifici artigianali. La birra nelle nostre regioni ha sempre tenuto testa al vino benché esse siano anche zone d’eccellenza vinicola. Questo perché la birra ha davvero molte particolari virtù.
Innanzi tutto consideriamo le componenti nutrizionali. Oltre all’alcool (circa il 4-5%) e all’acqua (intorno al 92-93 %), nella birra sono presenti altri elementi di un certo interesse nutrizionale derivanti dall’orzo e dal luppolo. Notevole è la presenza delle vitamine del gruppo B, utili per la pelle e il sistema nervoso, e non mancano i minerali come potassio, calcio e fosforo.
E’ il luppolo a donare alla birra il suo caratteristico sapore. Il luppolo, inoltre, ha delle proprietà sedative, antispasmodiche e digestive tanto che un tempo era ritenuto una pianta medicinale.
Molte leggi, nei vari paesi, hanno stabilito quali dovessero essere gli ingredienti della birra. La più famosa fu quella emanata da Guglielmo IV di Baviera nel 1516 secondo la quale la birra doveva essere fatta esclusivamente di acqua, orzo e luppolo. Vi sono altre leggi simili in varie parti della Germania e anche in Piemonte nel Cinquecento esisteva una normativa analoga. Questa legge stabiliva che la birra poteva contenere solo malto, luppolo, acqua e lievito con l’esclusione di qualsiasi sostanza colorante o conservante.
Come si è detto, la quantità di alcool è abbastanza limitata, ma in certe aree, come il Nord della Germania, esistono birre decisamente più forti, con un grado alcoolico intorno al 7% (in casi eccezionali si trovano birre con il 13% e chi scrive ha personalmente constatato, sulle coste del mar Baltico, l’esistenza di una birra con il tasso alcoolico del 19% !).
Oggi troviamo sulle etichette della birra varie informazioni, per esempio quelle relative ai gradi saccarometrici, che non sono i gradi alcoolici ma indicano la quantità di zuccheri e di altre sostanze fermentabili presenti nel “mosto” in trasformazione. Durante il processo di fermentazione gli zuccheri si trasformano in alcool etilico e anidride carbonica. Una birra comune ha un grado saccarometrico almeno pari a 11, che corrisponde a un grado alcoolico di 4,2.

 

Il Piemonte e la Lombardia hanno una notevole tradizione in fatto di produzione e consumo della birra anche se non arrivavano ai livelli di alcune altre regioni, come il Friuli. A Torino esistevano birrifici come Boringhieri, Bosio, Metzer, in Lombardia la Poretti, la Wuhrer ecc L’acqua di Torino, inoltre, era ritenuta molto adatta alla produzione di birra. Questa tradizione fu molto forte fino alla metà del Novecento, poi parve affievolirsi. Tuttavia ora esistono di nuovo birrifici artigianali e una birra piemontese, la Menabrea, è stata proclamata pochi anni fa da una commissione di esperti una delle birre migliori al mondo.
La birra viene citata anche da scrittori e poeti come Goethe e T.S. Eliot. Non è invece una vera birra la burrobirra che appare nei libri di Harry Potter: si tratta di una bevanda a base di burro, zucchero e altri ingredienti (le ricette sono parecchie!)

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La birra viene usata anche in parecchie ricette di cucina. Citiamo il risotto alla birra, le patate alla birra, le frittelle salate (a base di verdura) e alcune salse. All’estero troviamo il Welsh rarebit, sostanziosa specialità britannica a base di crostoni di pane tostato coperti di verdure e formaggio e irrorati di birra, e molti piatti di pesce e carne tipici dei paesi nordici. In Germania polli e arrosti vengono spennellati con la birra ed essa entra nella composizione di certe zuppe nonché nella pastella da usare per friggere. Gli amici fiamminghi la usano nella carbonade. I tirolesi marinano certi speck nella birra.
Meno noti sono gli usi cosmetici della magica bevanda ma a quanto sembra una mistura di acqua e birra in parti uguali, se usata come risciacquo per i capelli fragili e sottili, ne assicura il volume mentre bagnarsi il viso con la birra prima di un’escursione in montagna favorisce l’ abbronzatura (ma fate attenzione a non scottarvi, non è una protezione!).
Un discorso a parte meriterebbero le birre irlandesi, specialmente la leggendaria Guinness, forse la “scura” più famosa del mondo. Dicono gli intenditori che dopo che la si è spillata, occorre aspettare un paio di minuti prima di berla così la schiuma bianca e compatta ha il tempo di formarsi. E’ proprio bella la Guiness, scurissima con la schiuma candida sopra: un piacere per gli occhi oltre che per il palato. Il segreto della Guinness è l’azoto che si aggiunge ai classici luppolo, acqua, lievito e orzo (tostato più a lungo che per le birre chiare). Questo ingrediente viene aggiunto dal 1959 perché la Guinness tradizionale, creata nel 1759 da sir Arthur Guinness, non lo conteneva. La funzione dell’azoto è quella di “rompere” le bollicine di anidride carbonica creando una birra morbida e corposa (tuttavia la versione priva di azoto è ancora reperibile).

Ormai perfino certi famosi chef si occupano della Guinness e ne abbinano le differenti versioni a cibi diversi come si fa con i vini. Questo non accade solo con la Guinness, ma è ormai un uso corrente con molti tipi di birra: parecchi grandi cuochi e sommelier studiano sofisticati abbinamenti tra birre di vario tipo e piatti dell’alta cucina sfatando così il pregiudizio che la birra sia solo una bevanda popolare priva di raffinatezza.
Anche in Italia ci sono ottime birre scure, prodotte da vari birrifici, benché le birre chiare siano generalmente preferite.
E per finire, una curiosità: in Austria, in Carinzia, esistono stazioni termali dove si praticano trattamenti di wellness che consistono nell’immergersi in un bagno a base di birra. Forse avevate sentito parlare delle immersioni nel fieno o nello yogurt, tipiche dei paesi alpini come Austria e Svizzera, ma ora esiste anche il bagno nella birra! E pare faccia bene per la circolazione. A voi la prova.

 

 

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